Buongiorno lettori! Buon lunedì! Iniziamo la settimana con una nuova recensione: Ti faranno del male, un romanzo di Andrea Ferrari che mi ha gentilmente inviato il libro. Ecco qualche dato prima di passare alla recensione!
Ti faranno del male
di Andrea Ferrari
Edizioni Leucotea - 106 pagine
Ebook: 5.99 euro - Brossura: 12.90 euro
Andrea vive in un appartamento protetto del servizio di salute mentale,
dentro cui trascorre le proprie giornate quando non lavora come
magazziniere o riflette sulla sua condizione vagando per la città. Ormai
le donne sono per lui una chimera, non coltiva amicizie e ha una
condizione economica precaria. L'uomo è rinchiuso in se stesso e
affranto; neanche la pubblicazione del suo primo romanzo, gli dona
speranza. Dopo essersi ritrovato, suo malgrado, a vivere in tre diversi
ospedali psichiatrici, l'arrivo di Carolina cambierà la sua vita. Questa
ragazza dalle vedute antisemite e dai comportamenti particolari, lo
condurrà verso situazioni difficili da affrontare. Un romanzo che
esaspera la naturale condizione dell'uomo: perché se tutto può andare
per il verso sbagliato, quasi sicuramente accadrà.
Buono, non male
Ti faranno del male è la classica storia con moltissime potenzialità che sono state gestite non certo al meglio. Voglio però andare come al solito con ordine e spiegarmi bene, anche perché il punteggio che ho dato al romanzo è comunque molto decoroso.
L'idea di base della trama è ottima: abbiamo un protagonista che non trova soddisfazione nella propria esistenza, che all'avvio del romanzo è piuttosto precaria, e un ambiente sociale disagevole. Le premesse perché se ne possa trarre un bellissimo spaccato della natura umana ci sono tutte, le fondamenta del romanzo sono molto solide e mi ha fatto piacere scoprire che Ferrari ha le idee chiare fin da subito. In effetti, la prima ventina di pagine mantiene le promesse fatte.
In seguito, invece, la questione si complica. Gli argomenti trattati sono complessi, non possono e non devono essere presi alla leggera, eppure l'impressione che ho avuto è stata proprio questa: una storia "tirata via", come si dice dalle mie parti, frettolosa, come se il racconto stesso avesse una gran voglia di precipitare verso il finale senza stare a guardare quali eventi stava calpestando. Un uomo che ha alle spalle un passato da paziente di psichiatria ha per forza dei fantasmi, ha delle difficoltà a gestire il rapporto con il mondo, ma occorre che queste difficoltà siano sviscerate a dovere. Mi spiego meglio: non serve solamente descrivere, serve far percepire al lettore. Per ottenere una buona resa non servono necessariamente poemi chilometrici, chi sa davvero far cantare le pagine riesce in quattro righe a trasmettere molto più di quanto potrei fare io in venti pagine. Ferrari ha buone capacità, lo si capisce bene da altre parti del testo, ma in questo particolare caso non le ha applicate in pieno.
Parliamo invece del protagonista, Andrea, la chiave dell'intera vicenda. Mi è piaciuto, è un personaggio dalla buona caratterizzazione, mi ha attirata fin da subito. Chiaramente bisogna tenere in considerazione il passato del personaggio, che non ha avuto una vita "normale" e come tale ragiona e si muove in modo differente rispetto ad altri, ma trovo che l'autore abbia selezionato bene le sfaccettature con cui strutturarlo; meno piacevole è stato il modo di gestirlo, ma questo si ricollega al discorso che ho fatto prima: come per le vicende, anche per il personaggio Ferrari sembra aver dato il massimo nella progettazione e il minimo nella messa in moto. Si capisce che l'autore ha ottime potenzialità, ma chi voglia leggere questo romanzo per svago non riuscirà a coglierle.
Passando allo stile, ne sono rimasta soddisfatta. Ferrari scrive in modo semplice, pulito, piacevole. Le frasi sono brevi e concise, il che concede un buon ritmo alla narrazione e tiene viva l'attenzione del lettore. Nella biografia dell'autore che trovate su Goodreads si dice che tra gli autori preferiti di Ferrari ci sono Welsh e Bukowski: questa influenza inevitabilmente si nota molto, ma non trovo che sia un male, tutti noi siamo condizionati dalle letture che facciamo.
Infine, una breve riflessione che però ha tutto di personale e poco di oggettivo, perciò non prendetela come oro colato, né prendetela come una mancanza nei confronti dell'autore: è solo un mio pensiero. Tenete questa considerazione a parte rispetto alla recensione.
Io non conosco la vita di Ferrari, quello che so di lui l'ho letto in questa intervista rilasciata per Peccati di Penna, ma l'idea che un paziente psichiatrico che ha passato periodi lunghi in non una, ma ben tre strutture e che vive ancora oggi in una comunità-appartamento abbia le capacità riflessive del nostro protagonista, che riesce anche a scrivere un libro, mi sembra azzardato. Con ciò non sto dicendo che sia impossibile: io non sono un medico e mi guardo bene dall'affermare di esserlo, ma sento parlare tutti i giorni di pazienti psichiatrici perché il mio compagno, che invece è dell'ambiente, al momento lavora in una struttura psichiatrica di tipo B, ovvero una comunità riabilitativa con pazienti mediamente gravi. Dai suoi racconti si capisce che nessuno di loro avrebbe una capacità di raziocinio tale da poter scrivere un romanzo. Non oso immaginare i centri che accolgono pazienti più gravi. Ribadisco: io conosco questo contesto solo in parte, dal momento che non sono una testimone in prima persona, né ho la presunzione di conoscere tutte le strutture in suolo italiano e tutti i loro pazienti, ma l'idea che Andrea con le sue tre esperienze in strutture psichiatriche alle spalle sia già ad un punto tale del suo recupero da aver addirittura scritto un romanzo mi sembra poco plausibile. Se sbaglio vi prego di correggermi, si tratta di una mia impressione e nulla di più.
In generale il romanzo è stato abbastanza piacevole, ci sono parecchie cose che potrebbero essere migliorate, ma allo stesso tempo trovo che il libro sia buono, con potenzialità da tenere in considerazione: tre punti su cinque.
Ciao, sono l'autore. Premetto che sto rispondendo da cellulare e la punteggiatura e` carente.
RispondiEliminaCome si legge in un'altra intervista (il mondo incantato dei libri, la trovate sulla mia pagina autore su facebook o altrove) sono anch'io un paziente e qualche ricovero me lo sono fatto. Nonostante questo ho avuto abbastanza senno da scrivere due romanzi.
Ti ringrazio comunque per la recensione!
Ciao.
Ciao Andrea, grazie per il tuo messaggio! :)
EliminaNon prenderla sul personale, come ho specificato più volte la mia era una riflessione soggettiva, fatta da una persona che comunque ha un'esperienza "di riflesso", non in prima persona, in questo campo. Ciò detto, come avrai letto, il romanzo mi è piaciuto :)
A presto!