Buongiorno amici! Oggi vi importuno con un'altra recensione: L'ultimo fiore che ho in me di Alexandre Zappalà, propostomi dall'autore in accordo con la casa editrice Epsil.
Tra l'altro, prima di cominciare: ho notato che quando un libro mi piace la recensione risulta molto più breve del previsto, perciò vuol dire che questo romanzo mi è piaciuto moltissimo! In questo caso, cheers to that e buona lettura, no?
Prima di cominciare con la recensione, comunque, vi lascio come al solito alcuni dati generali riguardo il romanzo:
L'ultimo fiore che ho in me
di Alexandre Zappalà
Ed: Edizioni Epsil - 294 pagine
Ebook: 3.99 euro - Brossura: 12.75 euro
Mark ed Elisabeth, giovani e innamorati, vivono una vita piena di gioia e
complicità. Poi, d'improvviso, l'incidente. La morte che incombe. Ed un
destino beffardo che sembra dare una seconda possibilità per salvare il
partner... ma con un enorme prezzo da pagare. Se potessi salvare
l'amore della tua vita, lo faresti? Fin dove ti spingeresti? Qual è il
limite?
Molto bello!
I due protagonisti sono due giovani innamorati che vivono a Parigi e hanno in cantiere una serie di progetti per il loro futuro comune. Fin qui tutto bene: la storia inizia in modo pulito, proprio come piace a me, niente triangoli amorosi, niente relazioni proibite. MA. Ovviamente il turning point ci deve essere e non ci si impiega neanche troppo per arrivarci. Naturalmente non vi svelo nulla, cerco sempre di fare recensioni spoiler free, sappiate solo che come è giusto che sia la storia deve subire uno scossone.
Allo stesso tempo ci viene presentata la storia di moscovita che a sua volta deve fare i conti con la propria vita e con un passato drammatico, che tuttavia torna a ripresentarsi.
Ci sono tutte le premesse perché il libro sia molto buono. Le due storie ricevono il giusto spazio all'interno del romanzo, non ce n'è una che emerge in modo superiore all'altra: non parlo del numero di pagine che vengono dedicate alle due storie, ma al modo in cui queste vengono percepite dal lettore. Non c'è un evento che emerge sopra gli altri, il che conferisce equo protagonismo a tutti i personaggi principali, senza che qualcuno venga dimenticato in corso d'opera. Lo sottolineo perché è molto facile, in un romanzo corale, preferire un personaggio in particolare e scrivere di più di lui rispetto agli altri. Zappalà non incorre in questo errore.
Anche lo stile mi piace. Quella di Zappalà è una narrativa delicata, che bussa prima di entrare. Trovo questo romanzo molto adatto a chi desideri svuotare la mente del tutto per qualche ora, perché la sensibilità dello stile consente di concludere la lettura in uno stato di calma. Per intenderci, non vi verrà mai voglia di lanciare il libro nella stanza affianco quando la storia non si evolverà come volete voi (conoscendomi, capita spesso di avere questa tentazione, ma non con L'ultimo fiore che ho in me).
Deliziosi gli scorci di Parigi. Amo molto quella città, ci sono stata parecchie volte e ad ogni viaggio mi ha conquistata un po' di più per motivi sempre diversi, però di solito non leggo romanzi che si svolgono a Parigi perché tendono a parlare sempre delle stesse cose: vicoletti umidi che gridano "Moulin Rouge" ad ogni capoverso, amori tormentati... Diciamo che alla lunga questi romanzi tendono a mostrare sempre lo stesso viso di Parigi. In questo caso, pur con qualche immagine narrativa giò vista, ho trovato alcuni elementi di novità che ho apprezzato moltissimo.
Nell'insieme il romanzo è un'ottima lettura: veloce, piacevole e molto dolce, con un finale non esattamente inaspettato ma comunque molto ben ideato, ricercato. Quattro punti su cinque, tutti meritati!
Great post!
RispondiEliminaYou have a nice blog!
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Have a great day!
xoxo Jacqueline
www.hokis1981.com