Buongiorno a tutti, lettori! Continua la carrellata di recensioni dei libri che ho letto questa estate durante la pausa. Oggi è il turno di The Phoenix: Fuoco di Rebecca Fox. Ecco qui cosa ne penso!
The Phoenix: Fuoco
di Rebecca Fox
Ed: La Ruota Edizioni - 464 pagine
Ebook: 6.00 euro - Brossura: 12.00 euro
È possibile sottrarsi al proprio destino? È questo che Ren si domanda
mentre lotta disperatamente per salvare il fratello minore Shin dalla
malattia che lo divora a poco a poco. Si troverà di fronte ad un bivio:
risvegliare la magia sigillata nel fratello, facendo riemergere in lui i
ricordi di un orrendo passato, oppure sacrificare se stesso per
curarlo, lasciandosi divorare, però, dalla magia delle Tenebre. Ma il
potere della Luce, così ardente in Ren, e così da lui odiato, attirerà
attorno al ragazzo i leggendari Cavalieri della Luce ed il loro Signore,
Antares, dando vita ad un vortice di eventi che intreccerà
indissolubilmente le vite dei due fratelli al Regno della Magia.
Destino o libero arbitrio? Luce o Tenebre? A Ren la scelta...
Destino o libero arbitrio? Luce o Tenebre? A Ren la scelta...
Spesso nelle mie recensioni parto dalla copertina, perché si sa: è la prima cosa che si vede quando un libro viene preso in mano ed è inevitabile esprimere un giudizio a riguardo. La copertina di The Phoenix: Fuoco è veramente bella, i colori sono vivacissimi e accesi, sembra davvero di osservare una fenice infuocata. Per me è ottima.
Ora passiamo invece al romanzo vero e proprio, a partire dai suoi aspetti positivi.
Prima di tutto, la trama è piuttosto piacevole: l'idea di un mondo magico che vive in simbiosi con il nostro, due società perfettamente compenetrate tra loro e di cui tuttavia solo pochi sono a conoscenza non possiamo dire sia nuova. Da Harry Potter fino al più moderno filone dell'urban fantasy, questo spunto narrativo è stato sfruttato fino a spolparlo, eppure funziona benissimo. Il Regno della Magia di The Phoenix risulta perfettamente credibile, rispettando in tal modo il patto con il lettore (di cui parleremo più avanti sul blog, se la cosa dovesse interessarvi).
Interessante anche la presenza dei Cavalieri della Luce e dei Cavalieri delle Tenebre: sono convinta che nel sequel (immagino ce ne sarà uno) verranno fornite più informazioni a riguardo, ma secondo me è stato più che giusto non dare ancora spiegazioni troppo approfondite in questo primo capitolo. Da un punto di vista strettamente pratico, questa scelta fa aumentare la curiosità dei lettori invitandoli a leggere il seguito; da un punto di vista narrativo è una scelta vincente, crea suspance e rende il tutto più verosimile, perché nella vita reale non ci viene mai detto tutto subito, nella vita reale occorre studiare a fondo una cosa prima di conoscerla e così deve essere nei libri.
Anche lo stile non è male: semplice, molto scorrevole, forse con qualche "d" eufonica di troppo che rompe un po' il ritmo della lettura, ma nel complesso è perfettamente godibile. Si intravede lo spazio per un miglioramento, ma Rebecca Fox è già sulla buona via. Non ho quasi nulla da eccepire, quindi anche questo è un punto a favore (considerando quanto sono pignola a riguardo, potete fidarvi!).
La tematica principale, ovvero l'eterna contrapposizione tra bene e male nelle loro accezioni più assolute, è un'ottima scelta: richiama quei temi che sono tanto cari al genere fantasy più puro, mi ha ricordato autori di calibro elevato e che sono dei pilastri di questo filone. Anche questa è stata un'ottima scelta, spero tuttavia che nei prossimi venga approfondita maggiormente.
Ora passiamo invece alle note dolenti, mi perdonerete se devo spezzare l'incantesimo.
Purtroppo, non ho amato affatto la caratterizzazione dei personaggi. Sono ormai adulti, direi che li possiamo benissimo considerare tali, eppure passano il loro tempo ad abbracciarsi, a piangiucchiare, a creare gelosie un po' infantili. Mi ha ricordato alcuni anime che, infatti, non ho per nulla apprezzato. Non solo non è nelle mie corde, non è nemmeno verosimile. Questa è una situazione da rivedere, anche se mi riservo di scoprire in un eventuale sequel se non ci sia un motivo fondato alla base di questi atteggiamenti dei personaggi.
Altra cosa che mi ha suscitato dei dubbi è la scelta dei nomi. Siamo a Edimburgo, cuore della scozzesissima Scozia, e i personaggi hanno nomi chiaramente nipponici. Spero che nessuno se ne abbia a male, ma all'inizio mi sono perfino convinta che Ren e Shin fossero figli di emigrati giapponesi, salvo poi scoprire che non è affatto così. Se ci trovassimo in un futuro distopico, questo potrebbe anche essere possibile: in The Phoenix, però, non mi sembra proprio.
In conclusione, assegno a The Phoenix: Fuoco tre virgolette su cinque, in quanto pur con alcuni difetti il romanzo risulta una lettura piacevole e, nello scorrere delle pagine, avvincente. Spero di leggere presto il seguito.
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