mercoledì 20 settembre 2017

I DIARI DELL'ANSIA | Non sapevo di essere in ansia

Lettori, benvenutissimi in questa nuova e spaventosa sezione del blog! Mi sento particolarmente felice di avviare questo progetto, spero mi permetta di affrontare la situazione nel modo più ironico e divertente possibile, cercando allo stesso tempo di dare una mano chi di voi ha il mio stesso problema attraverso la condivisione delle nostre esperienze.

In questo primo capitolo del nostro percorso ho deciso di raccontarvi la mia prima esperienza con questo lato del mio carattere, perciò vi presento:

Cosa stava capitando nella mia vita in quel fosco periodo? Niente. Anzi, meglio: solo cose positive. Ma quella baldracca da balera che è l' a n g o s c i a ci prende quando meno ce lo aspettiamo e per me non è stato diverso.

Ero appena rientrata in università, la primissima settimana di febbraio, e sembrava che nella mia vita fosse tutto in perfetto ordine: un compagno meraviglioso, la cosiddetta metà della mela, due genitori che mi supportano e mi sostengono in ogni mio progetto; non c'erano problemi economici all'orizzonte, né difficoltà con gli amici e i colleghi di corso; ho sempre fatto buona impressione sui professori e ho sempre amato studiare; sembrava che tutto fosse al posto giusto e non mi aspettavo certo qualcosa del genere.

Poi mi sono ammalata, ho preso una cistite colossale e mi sono ritrovata con quarantuno di febbre dalla sera alla mattina, non riuscivo a ingerire nemmeno l'acqua senza dover correre al bagno e non riuscivo a stare in piedi senza barcollare e cadere. Fin qui nessuna preoccupazione, anzi, la cistite è una bazzeccola da cui si guarisce con il giusto antibiotico.

Forse ero ancora debilitata, forse mi sarebbe successo lo stesso, forse era perché stavo preparando l'esame peggiore del mio corso di laurea. Quello che è capitato è stato l'arrivo di attacchi di panico da cui uscivo piegata a metà.

Cosa succede durante un attacco di panico? Semplice, si perde totalmente il controllo. Il corpo non risponde più ai comandi, la gola sembra bloccarsi e si rischia l'iperventilazione, tutto nella vita sembra fare schifo e si ha la sensazione che si stia per morire. Io personalmente alternavo respiri affannati a una inspirazione troppo veloce, mentre avevo i muscoli della pancia completamente contratti e le gambe che di quando in quando facevano uno scatto in avanti e tremavano da sole.

Al di là del fisico, però, ciò che fa davvero paura è quello che capita nella nostra testa: la sensazione è netta e inequivocabile, è una paura totale e senza uscita. Davanti a noi c'è il nulla: io ad esempio mi sono convinta che, se non avessi passato al primo colpo l'esame che stavo preparando sarebbe successo qualcosa di irreparabile. Si rimane in un certo senso intrappolati nel proprio cervello, perché se a bloccarci siamo noi stessi, come possiamo aiutarci a scappare? La razionalità non è scomparsa, ci sono momenti in cui siamo consapevoli che non succederà nulla di male, ma sono rari raggi di luce. Per tutto il resto del tempo, la paura fa novanta. A nulla serve ricordarsi che siamo vivi e che lo saremo ancora a lungo, perché abbiamo paura lo stesso. E il fatto di avere paura non fa a sua volta paura? E se abbiamo paura della paura, come facciamo a impedirci di avere paura? *cervello in esplosione tra 3... 2...*
Carlo Conti a parte, non ho avuto subito la prontezza di capire come combattere questa situazione. In realtà, ci ho messo del tempo anche per rendermi conto di cosa effettivamente mi stesse capitando. Per qualche giorno non ne ho parlato con nessuno, perché mi vergognavo: pensavo "che scema che sono, mi tolgo il sonno per una cavolata simile". Questo è un errore: non importa di cosa avete paura, il punto è che la paura c'è. Che sia del mostro sotto il letto o di una scadenza incombente o chissà che altro, la paura c'è e va combattuta comunque. Purtroppo, per giorni che mi sembravano infiniti, non sapevo di essere in ansia e quindi non ho preso provvedimenti fin da subito.

Da allora mi capita regolarmente di avere una grande paura. Sono come entrata in un vortice, ho perso quasi tutta la fiducia che avevo in me stessa. Ora, a volte, quando prendo la macchina ho perfino paura di non vedere le rotonde (e le rotonde sono grosse, difficile non notarle). E non vi dico per gli esami! Una tragedia. Praticamente Ron Weasley che si infila nella tana di Aragog.
Non sono certo l'unica, anzi: da quando ho cominciato ad avere questi problemi mi sono informata e ho scoperto che moltissime persone accusano attacchi di panico e problemi di ansia nei confronti della propria vita. Forse ci sapettiamo troppo da noi stessi, o più semplicemente siamo fatti così. Attraverso questi diari dell'ansia spero di tirarmi (e tirarvi) un po' su, mettendo nero su bianco tutto ciò che mi preoccupa e sbattendolo in faccia al mondo di internet, nel tentativo di ricordare che alla fine tutto - o quasi tutto - può essere aggiustato.

2 commenti:

  1. Ciao! Mi dispiace per la tua situazione. So benissimo cosa stai passando perché anche mio fratello qualche mese fa ha iniziato a soffrire di attacchi di panico dopo un periodo un po' faticoso (stress a lavoro e rottura con la fidanzata dopo quasi dieci anni). Adesso sta un po' meglio, ma all'inizio è stata dura: non dormiva, non mangiava, aveva paura di uscire. . . Lui è anche un tipo chiuso e non si sfoga mai con nessuno, quindi tu fai benissimo a parlarne, anche qui, scrivendo questa sorta di diario. Vedrai, ti aiuterà tantissimo! In bocca al lupo :-*

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    1. Ciao Maria! Non preoccuparti, anzi mi dispiace molto per tuo fratello! L'importante è che gli stiate vicino! L'intento del diario è proprio quello di vedere la situaizone con più ironia possibile ^^

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