venerdì 13 ottobre 2017

BLOGTOUR | RECENSIONE | "La colonna di fuoco" di Ken Follett


Buongiorno a tutti, lettori! Siamo ormai giunti alla fine di questo meraviglioso blogtour in collaborazione con Mondadori che ci ha riportati nella fosca Gran Bretagna di Ken Follett. Oggi, come vi avevamo anticipato nel post di presentazione, è la giornata dedicata alle recensioni! Ecco a voi la mia!

La colonna di fuoco
di Ken Follett
Ed: Mondadori - 912 pagine
Ebook16.99 euro - Copertina rigida: 22.95 euro

Gennaio 1558, Kingsbridge. Quando il giovane Ned Willard fa ritorno a casa si rende conto che il suo mondo sta per cambiare radicalmente. Solo la vecchia cattedrale sopravvive immutata, testimone di una città lacerata dal conflitto religioso. Tutti i principi di lealtà, amicizia e amore verranno sovvertiti. Figlio di un ricco mercante protestante, Ned vorrebbe sposare Margery Fitzgerald, figlia del sindaco cattolico della città, ma il loro amore non basta a superare le barriere degli opposti schieramenti religiosi. Costretto a lasciare Kingsbridge, Ned viene ingaggiato da Sir William Cecil, il consigliere di Elisabetta Tudor, futura regina di Inghilterra. Dopo la sua incoronazione, la giovane e determinata Elisabetta I vede tutta l'Europa cattolica rivoltarsi contro di lei, prima tra tutti Maria Stuarda, regina di Scozia. Decide per questo di creare una rete di spionaggio per proteggersi dai numerosi attacchi dei nemici decisi a eliminarla e contrastare i tentativi di ribellione e invasione del suo regno. Il giovane Ned diventa così uno degli uomini chiave del primo servizio segreto britannico della storia. Per quasi mezzo secolo il suo amore per Margery sembra condannato, mentre gli estremisti religiosi seminano violenza ovunque. In gioco, allora come oggi, non sono certo le diverse convinzioni religiose, ma gli interessi dei tiranni che vogliono imporre a qualunque costo il loro potere su tutti coloro che credono invece nella tolleranza e nel compromesso.
Molto bello!

Premessa doverosa: soddisfare le mie aspettative per questo volume era praticamente impossibile. Amo moltissimo il sedicesimo secolo (a proposito: avete visto il post di Libri al caffè sul contesto storico e il mio sul contesto sociale di quest'epoca?) e considerando la potenza narrativa dei precedenti romanzi mi aspettavo come minimo un capolavoro. Come minimo. Ciò detto, non è che sia rimasta completamente delusa, però... ci sono alcuni però. Vediamoli insieme.

Lo stile di Follett è come sempre molto buono. Un autore navigato come lui possiede per forza una marcia in più, un'abilità che gli deriva dall'esperienza, dalla moltitudine di parole e di espressioni che ha usato e rimescolato. Non ci si può aspettare nulla di meno da un autore che ha alle spalle una carriera tanto lunga e tanto acclamata.

Un'altra cosa che ho apprezzato moltissimo è la ricerca storica. Ricordo un'intervista a Follett, risalente ad almeno otto anni fa (andavo al liceo all'epoca) in cui lui disse di non voler più ambientare un romanzo nel medioevo, perché a differenza di epoche più recenti la difficoltà non solo nel reperire le fonti, ma nel gestirle, analizzarle ed elaborarle era tale che secondo Follett non ne valeva la pena. Sono una medievista, Ken, ti capisco bene: ecco perché sono estremamente contenta della ricerca che sta alla base di La colonna di fuoco, perché c'è un'assoluta perfezione nella gestione degli spazi sociali ed economici, privati e pubblici, politici e apolitici. Un lavoro simile può essere svolto solo da chi, più che un romanziere, è uno storico nato.

Meno piacevoli sono stati i personaggi: l'unico che ho davvero, davvero apprezzato è stato William Cecil, gestito ottimamente e nel pieno rispetto delle fonti storiografiche che lo riguardano. Gli altri, mi dispiace dirlo, mi sono parsi quasi tutti vagamente insipidi. Troviamo le stesse immagini narrative, gli stessi espedienti e le medesime situazioni che hanno animato i primi due libri. I personaggi non sono nuovi, pur muovendosi in un contesto diverso sono spinti dalle stesse problematiche dei precedenti protagonisti. In questo ho notato una caduta. Tanto i personaggi inventati quanto quelli storicamente esistiti mi sono sembrati solo piacevoli, il che non è un complimento: "piacevole" non è sufficiente, non in un autore come Follett. Se si fosse trattato di un esordiente avrei usato un metro di giudizio differente, ma questo è un autore che ha creato decine e decine di personaggi dai tratti molto forti, personaggi con i quali i lettori possono provare la giusta empatia. Occorre che tra lettore e protagonisti si crei una connessione: in La colonna di fuoco io non ho avvertito una connessione con nessuno.

Il problema supremo di Ken Follett è che ci ha dato standard altissimi da aspettarci. Non parlo solo dei precedenti capitoli della serie, ma anche della trilogia Century, di quella meraviglia che è Le gazze ladre e di innumerevoli altri testi che non stiamo a elencare. Chiaramente, il lettore reduce da Il giorni dell'eternità si aspetta una sorta di opera somma, considerando che tra il secondo capitolo e questo sono trascorsi 10 anni tondi. Perciò è probabilmente inevitabile restare delusi, anche solo in parte, perché siamo così abituati ad avere il suo 100% che quando riceviamo solo l'85% non siamo soddisfatti.

Ciò detto, non è un romanzo noioso, anzi: Follett recupera quei temi in cui è particolarmente forte, come lo spionaggio e la capacità di giostrarsi tra situazioni, eventi e personaggi completamente differenti. Nonostante sia un tomo di quasi mille pagine lo si divora volentieri in pochi giorni, è un'ottima lettura per trascorrere il tempo libero sentendosi inseriti in un tempo e in uno spazio che non sono nostri.

Nell'insieme, quindi, non posso dare il massimo del punteggio a questo volume. Un'ottima lettura, consigliatissima agli amanti del periodo che desiderino un romanzo storico ben studiato nelle sue basi, ma che presenta pecche di una certa importanza considerando il livello avanzato dell'autore. Quattro punti su cinque sono comunque il mio voto!


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1 commento:

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