Buondì lettori! Bentornati sul blog! Oggi vi voglio proporre la mia recensione di La mela e altri peccati poco originali di Massimiliano Colucci, una delle ultime richieste dall'autore (per altre informazioni cliccate qui!). Cominciamo con qualche dato utile e poi passiamo alla recensione!
La mela e altri peccati poco originali
di Massimiliano Colucci
Ed: Il Poligrafo - 208 pagine
Brossura: 11.90 euro
Un giornalista dalla scrittura ben poco giornalistica; una famiglia dove
ognuno accudisce il proprio segreto come se fosse un tesoro; un grande
magazzino in cui si vende un unico prodotto, perturbante e rassicurante
allo stesso tempo. E ancora: bambine divorate; medici alle prese con
incomunicabilità intergenerazionale; immigrati lettori di Dumas...
Sempre in bilico tra vita e letteratura, i racconti di Massimiliano
Colucci mostrano un raro caso di telepatia: il pensiero dello scrittore
si fa idea e l'idea si incarna in una lingua dallo stile talmente
puntuale e coerente che si incide nell'immaginazione del lettore,
tornando a essere pensiero attivo. I piccoli, banali, corrosivi peccati
che ogni giorno sfuggono agli esseri umani, i peccati di tutti i giorni,
che commettiamo senza farci caso, sono descritti in questo libro con
uno spirito chirurgico ma non spietato, ironico ma non crudele,
attraverso uno sguardo che ci abbraccia tutti, senza lasciar fuori
nessuno.
Buono, non male
Intanto, io adoro i racconti. Più dei romanzi, sarò sincera. Trovo che per scrivere un buon racconto sia necessaria molta più abilità, perché nel breve spazio di 20, 30 pagine al massimo occorre condensare sensazioni, descrizioni, introspezione e azione senza lasciare nulla in sospeso e senza dare per scontata nemmeno la piccola cosa. I grandi autori si riconoscono dalla loro capacità di condensazione (qualsiasi riferimento al mio amatissimo Neil Gaiman è puramente casuale).
Con questa premessa posso dire che Massimiliano Colucci ha del talento: chiaro, non tutti i racconti sono costruiti bene allo stesso modo. Alcuni li ho amati particolarmente, su altri ci sarebbe da lavorare un po'. Naturalmente non parlo del mio gusto soggettivo riguardo le vicende, parlo da un punto di vista oggettivo di costruzione narratologica. Alcuni dei racconti sono chiaramente costruiti benissimo, contengono il necessario, né più né meno, ed è questo ad essere fondamentale nelle storie brevi. Altri, per un motivo o per un altro, sono meno precisi, ma direi che 13 ottimi racconti su 17 è una media di cui essere contenti!
Lo stile mi è piaciuto, ma devo fare una precisazione: è graffiante e delicato allo stesso tempo, un ottimo bilanciamento in modo che non risulti eccessivo né in un senso né in un altro, ma la scelta delle parole non è sempre adeguata. Io sono una fan dell'Accademia della Crusca, ma allo stesso tempo se sto leggendo un libro (tanto per fare un esempio) in treno dopo una giornata in università non ho sempre voglia di leggere parole come demiurgo. Certo, ci deve essere un lessico ricercato, non vogliamo (o almeno io non vorrei) un romanzo tipo After, ma non va bene esagerare nemmeno dall'altra parte. "Parla come mangi", come si suol dire: parla bene, parla con una grammatica corretta e con un lessico buono, ma allo stesso tempo non esagerare, è questo il consiglio che voglio sempre dare agli autori. Ciò detto, sono poi solo 208 pagine quindi uno sforzo lo possiamo fare anche noi lettori, no?
Allo stesso tempo, alcuni racconti affrontano tematiche molto difficili e il linguaggio di Colucci è risultato adeguato, abbastanza delicato per parlarne e sufficientemente fresco e onesto per non indorare la pillola, non so se mi spiego.
Interessanti le scelte dei diversi peccati affrontati nei racconti. Peccatoni e peccatucci commessi da gente comune: se da un lato l'insieme risulta meno fiabesco, dall'altro ci può dare la misura della vita quotidiana affrontata dai diversi personaggi, vita che non sempre può andare nella direzione che vorremmo e che prende pieghe inattese. Un'ottima scelta: già vista altrove, ma sempre attuale, sempre perfettamente godibile.
Tre virgolette su cinque per Colucci e la sua Mela: lo consiglio a un pubblico adulto, non per contenuti forti ma per il fatto che tali contenuti possono essere capiti e compresi solo da chi ha qualche anno in più!
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