venerdì 19 gennaio 2018

RECENSIONE | "Qualcosa per cui vivere, qualcosa per cui morire. Case of Ingrid" di Antonella Loconsole

Buongiorno lettori! Oggi è stata una giornata particolarmente faticosa, perciò è con una certa gioia che mi siedo qui per scrivere una nuova recensione. Questa volta non si tratta di un romanzo, ma di un racconto - e io adoro i racconti! Ecco Qualcosa per cui vivere, qualcosa per cui morire. Case of Ingrid, di Antonella Loconsole!


Qualcosa per cui vivere, qualcosa per cui morire. Case of Ingrid
di Antonella Loconsole
Ed: N/A - 26 pagine

Ingrid è una giovane Nana graziosa, intelligente e dal cuore grande. Le cose per lei stanno cambiando in fretta: la crescita e con essa l'amore arrivano per tutti, prima o poi, al villaggio di Asgarodh e lei non è certo esclusa. La sua giovane età e le sue trecce bionde la rendono desiderabile. Solo che l'amore non è sempre semplice, non se l'oggetto del desiderio è Grein, un Nano dalla barba intrecciata, romantico e molto, molto caparbio, nel bene e, purtroppo, anche nel male. Un racconto di vita quotidiana, apparentemente comune, con un finale sorprendente che ricorderà ai lettori attenti le grandi storie d'amore delle leggende e delle canzoni del passato.
Molto bello!

Dunque, come vi dicevo nell'intro io A D O R O i racconti. Ve ne ho già parlato più volte - e quasi quasi dedico una Bookish Chat a questo - ma trovo che scrivere un buon racconto sia molto più difficile che scrivere un buon romanzo. Un romanzo conta centinaia di pagine: c'è tutto il tempo per scrivere ogni pezzo necessario. C'è molto spazio da dedicare ad ogni personaggio, ad ogni aspetto del carattere del protagonista, ad ogni descrizione dell'ambiente in cui ci si muove. Un racconto non concede questa possibilità, non è lungo abbastanza: qui si capisce se un autore è dotato o meno, nella sua capacità di usare poche parole per esprimere grandi concetti. Spesso, per descrivere grandi turbamenti sono state usate frasi di tre, quattro parole al massimo. Ecco perché amo il racconto, perché è un metro molto affidabile per individuare il vero talento.

Ciò detto, ho apprezzato molto Case of Ingrid. Ci troviamo in un mondo di fantasia (amo) e seguiamo i passi di una giovane protagonista (amo) appartenente ad un clan di Nani (amo amo amo amissimo). Volendo tornare seri per un momento, posso dirmi molto contenta della scelta; vado a spiegarmi. Sebbene ai Nani sia stata data giustizia negli ultimi anni, con numerosi libri e racconti più o meno noti al grande pubblico, le donne Nane sono ancora qualcosa di strano. Avere una protagonista Nana, giovane e graziosa, mi ha fatto un notevole piacere. Personalmente non sono una fan dei Nani - ebbene sì, mea culpa io sono una da Elfi - ma è una vera ventata d'aria fresca leggere qualcosa di nuovo!

Piacevolissima la presenza di Per ogni mar navigherò (hey, avete già sentito la cover che ne hanno fatto gli Hollens?), putroppo una canzone non originale credo ne impedirebbe l'eventuale pubblicazione, ma non si sa mai! L'ho trovata inserita bene nell'insieme del racconto, "ci sta bene" come si suol dire. Si tratta di una bella canzone, che si adegua all'argomento e anche all'ambientazione, perciò perché no? Tra l'altro è un ottimo filo conduttore per l'intera trama, ritroviamo il testo ripetuto in due passaggi fortemente connessi tra loro (un inizio e una fine) e questo fornisce una certa robustezza alla storia.
Lo stile è piacevole, ben ritmato. Si tratta di uno spaccato lungo un certo arco temporale, quindi dobbiamo aspettarci una certa lentezza in alcuni passaggi per rendere l'idea dello scorrere del tempo. Se questo in un certo senso spezza l'avanzata verso il finale, dall'altro secondo me risulterebbe impossibile fare diversamente. Occorre un ritmo irregolare in un racconto come questo, non ci si può aspettare la medesima cadenza dall'inizio alla fine. Se i primi paragrafi sono abbastanza rapidi, non possiamo pretendere la medesima rapidità dalla parte centrale del racconto, il corteggiamento - ops, l'ho detto! C'è un corteggiamento! - ha bisogno di spazio o non sarebbe verosimile.

Non ho potuto dare un punteggio pieno per qualche imperfezione che, comunque, è presente. Va considerato che si tratta di un racconto che non è passato per le mani di alcun editor, perciò è normale trovare qualche refuso e qualche frase che potrebbe essere sistemata. Se si tiene conto però che l'autrice è un'emergente, il peso di queste problematiche si smussa decisamente. Sono convinta che, con una correzione da parte di un lettore "esterno" alla prima stesura, Case of Ingrid potrebbe trovare posto in antologie fantasy e y/a senza alcuna difficoltà. Quattro punti su cinque!

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