martedì 15 gennaio 2019

venerdì 29 giugno 2018

DOMINO LETTERARIO | "Washington's Spies" di Alexander Rose

Buondì, lettori cari! Oggi ci dedichiamo ad una recensione particolare: per il Domino Letterario di questo mese ho deciso di recensire uno dei volumi che ho utilizzato per la mia tesi di laurea. Washington's Spies. The story of America's first spy ring è un saggio pubblicato da Alexander Rose che tratta il tema del Culper Ring e dello spionaggio in una delle rivoluzioni più note. Scopriamolo insieme!


Washington's Spies. The story of America's first spy ring
di Alexander Rose
Ed: Bantam - 369 pagine
Ebook: 9.25 euro - Brossura13.30 euro

Based on remarkable new research, acclaimed historian Alexander Rose brings to life the true story of the spy ring that helped America win the Revolutionary War. For the first time, Rose takes us beyond the battlefront and deep into the shadowy underworld of double agents and triple crosses, covert operations and code breaking, and unmasks the courageous, flawed men who inhabited this wilderness of mirrors, including the spymaster at the heart of it all.  In the summer of 1778, with the war poised to turn in his favor, General George Washington desperately needed to know where the British would strike next. To that end, he unleashed his secret weapon: an unlikely ring of spies in New York charged with discovering the enemy’s battle plans and military strategy. The men he mentored were dubbed the Culper Ring. The British secret service tried to hunt them down, but they escaped by the closest of shaves thanks to their ciphers, dead drops, and invisible ink. Rose’s thrilling narrative tells the unknown story of the Revolution–the murderous intelligence war, gunrunning and kidnapping, defectors and executioners—that has never appeared in the history books. But Washington’s Spies is also a spirited, touching account of friendship and trust, fear and betrayal, amid the dark and silent world of the spy.

Meraviglioso!

Tenendo presente che io non amo molto quel modo di fare americano da "io so' ammericano e posso fa' tutto", ho sfruttato questo libro fino all'esaurimento durante il periodo di stesura della tesi e l'ho trovato davvero valido. Adesso approfondiamo meglio le ragioni.

Troppo spesso, leggendo testi di storici americani che scrivono di storia americana mi sono trovata per le mani dei libri di buona qualità da un punto di vista saggistico, ma scarsi sotto l'aspetto dell'oggettività. La gran parte degli storici americani, quando arrivano ad occuparsi della propria storia, si ritrovano vittime di quel paradigma sociale così tipicamente americano che vuole gli USA come the land of the free because of the brave. Una bella rottura quando bisogna usare questi testi per un lavoro tesistico, perché mi ritrovo a dover scremare ben bene e scegliere tra le informazioni oggettive e quelle dettate dall'emozione personale. In Alexander Rose non ho riscontrato questa problematica: Rose espone i fatti per come sono, semplicemente, senza condire con frasi tipo "grazie a questi valorosi patrioti... la nostra terra libera e democratica..." et similia.

Proprio sull'oggettività si basa questo lavoro. Washington's Spies non vuole attribuire un valore - o al contrario un difettto - laddove non c'è. Rose non si lascia trasportare da quell'intenso patriottismo di cui i cittadini americani paiono permeati fin nelle budella: da un buono storico occorre obbiettività, non serve che elogi né critichi il passato e Rose si attiene a questa regola. L'esposizione è chiara, approfondita e lineare, la tematicha naturalmente è soggetta all'interesse del lettore perciò non può essere giudicata, e soprattutto il comparto delle note e della bibliografia è immenso, a dimostrazione del fatto che non c'è alcuna invenzione nel saggio.

Una cosa che devo dire, per amore di precisione, è che non è un testo rivolto a tutti. Non è un difetto, ma una semplice constatazione. Si tratta di un saggio complesso, molto approfondito sia nelle informazioni sia nella composizione del testo stesso, e perciò non me la sentirei di consigliarlo a chi la storia la legge per passione. Detto in parole polvere, fa un po' cascare la palpebra a chi non è abituato a un linguaggio tecnico. Personalmente, però, l'ho adorato, non ho potuto non notare la qualità del libro; soprattutto, ho apprezzato tantissimo i contenuti: il tema chiaramente mi interessa e il libro di Rose è stato un prezioso aiuto per il mio lavoro, non avrei mai pensato di sentirmi legata a tal punto ad un sagggio.

Punteggio massimo per questo volume di Rose. Ho in TBR un altro suo saggio, questa volta sulla casata britannica dei Percy, e non vedo l'ora di approcciarmici. Consiglio questo libro a chi mastica una buona terminologia storiografica e a chi desidera conoscere maggiormente una parte della Rivoluzione Americana che di solito non emerge nei libri di scuola.