Non avevo intenzione di avviare le bookish chat fino a settembre (fanno parte di una serie di novità che avevo intenzione di introdurre sul blog dopo le ferie) ma ho pensato che questa fosse un'occasione speciale, che meritasse un po' di attenzione.
Penso che ormai nessuno non lo sappia, visto lo spam mediatico che è stato fatto sui social, ma oggi 26 giugno 2017 è il ventesimo anniversario della pubblicazione di Harry Potter and the Philosopher's Stone, pubblicato dall'allora piccola Bloomsbury Publishing. Questo è stato l'inizio di un viaggio editoriale destinato, come sappiamo tutti, al successo internazionale. Non solo è stato uno dei testi che ha permesso alla Bloomsbury di diventare una potenza mondiale, ma ha anche scavato una breccia nei cuori di migliaia di lettori.
Tra questi lettori ci sono anche io.
Il mio primo incontro con Harry è avvenuto quando avevo nove anni. Lo so perché il libro mi è stato regalato per il compleanno dai miei zii. All'epoca, ovviamente, non solo non esistevano i social (era il 2002), ma soprattutto io ero troppo piccola per far parte di un'ampia cerchia di lettori, perciò non posso dire che sia stata influenzata da opinioni altrui: ciononostante ci fu qualcosa nella copertina che mi fece decidere di iniziarlo la sera stessa. Fu amore a prima lettura. Non riuscivo a posare il libro per dormire, non volevo lasciarlo a casa per andare a scuola. C'era qualcosa che non riuscivo nemmeno a definire, qualcosa di assolutamente magico in quell'avventura.
Andai avanti nella lettura e, nel corso degli anni, diventai grande con Harry, Ron e soprattutto con Hermione. Come molti ragazzi della mia generazione, avevo l'età che aveva Harry nei libri. Gli ero vicina, sapevo cosa provava perché anche io avrei provato le stesse emozioni. Harry e tutti i personaggi di questo mondo mi hanno aiutata a diventare la donna che sono oggi. Ora che sono più adulta, ho una visione diversa. Ora che sono grande guardo ad Harry più come ad un fratello minore. Vorrei correggerlo quando sbaglia, consolarlo quando è a pezzi, tendergli la mano per dirgli che siamo tutti qui per lui.
Se dovessi ringraziare un solo personaggio, solo uno dei tanti che mi hanno dato la mano nel mio percorso (sì, signor Malfoy, parlo anche con te), sceglierei Hermione: è a lei che devo la maggior parte dei miei ringraziamenti. Può sembrare una scelta scontata, ma vi assicuro che per me non lo è: di primo impatto vorrei essere molto più come Luna che come Hermione, ma la verità è che non lo sono. Sono paurosa, mi spavento per moltissime cose, ma mi rimbocco le maniche se serve, proprio come lei. Sono studiosa, forse anche troppo, e se devo scegliere tra studiare o passare il pomeriggio fuori scelgo lo studio, perché altrimenti mi assale l'ansia da prestazione. Non sono tosta: non sono come Ginny, non ho sempre il coraggio di espormi come farebbe lei. Non mi oppongo alle regole: se sono state scritte c'è sempre un'ottima ragione e l'idea di infrangerle mi ucciderebbe. Mi sento Hermione: ci sono lati del mio carattere che difficilmente avrei mai potuto accettare se lei non fosse esistita, se lei non avesse camminato al mio fianco per dirmi che ce la potevo fare, che essere come sono non è niente affatto male. Perciò grazie, Hermione, per avermi fatto capire che essere come te è meraviglioso.
Grazie anche a Neville, per avermi insegnato che ci vuole coraggio per essere diversi. Grazie a Remus, per avermi fatto vedere come si fa ad essere veramente coraggiosi nel vivere con se stessi. Grazie a Narcissa, che ha messo l'amore di una madre sopra a tutto e tutti. Grazie a Silente, per le volte in cui c'era e quelle in cui non c'era. Grazie ai gemelli per le risate. Grazie a Luna per le stranezze. E soprattutto grazie a te, zia Jo: grazie per essere salita su quel treno, in quella giornata triste, e aver pensato a un mondo più bello.
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