Ciao a tutti, lettrici e lettori, e buon lunedì! Oggi apriamo la settimana con la recensione di un libro che, lo ammetto, ci ho messo un sacco di tempo a finire, shame on me. Sto parlando di Omicidio a Road Hill House di Kate Summerscale, edito in Italia da Einaudi.
Omicidio a Road Hill House, ovvero invenzione e rovina di un detective
di Kate Summerscale
Ed: Einaudi - 382 pagine
Una notte d'estate del 1860. In un'elegante casa georgiana del Wiltshire tutti dormono. All'una il cane abbaia. Il mattino l'orribile scoperta, la culla del più piccolo dei sette figli, Saville Kent, è vuota. Un brivido percorre tutta la casa e inizia una disperata ricerca, si valuta la possibilità di un sequestro, si interrogano i domestici. Nel salone una finestra è aperta: è l'unica pista. Poche ore dopo, il cadavere del bambino viene trovato sgozzato in giardino. Tutti i membri della famiglia Kent sono sospettati e l'assassino è certamente fra loro. L'ispettore di Scotland Yard Jack Whicher viene mandato sul posto a indagare. È il primo a usare metodi di indagine che poi diventeranno famosi, anche grazie a scrittori come Wilkie Collins, Charles Dickens, o Arthur Conan Doyle che si ispireranno alla sua figura reale per i loro personaggi immaginari. Il caso occupa per anni le prime pagine dei quotidiani, tutta l'Inghilterra segue il delitto, ne è affascinata e terrorizzata. Nessuno accetterà le conclusioni di Mr. Whicher, che solo in un secondo tempo si riveleranno esatte. Kate Summerscale ricostruisce l'intera vicenda servendosi di documenti e fonti giornalistiche dell'epoca, con una forte capacità di padroneggiare le tecniche del racconto giallo.
Molto bello!
Ho comprato questo romanzo per i motivi sbagliati e l'ho letto per i motivi giusti. In che senso? Nel senso che ho scelto questo titolo convinta che fosse un romanzo giallo nel senso più classico del termine. Mi ero addirittura gasata tantissimo quando ho trovato all'interno del libro la piantina della casa e le fotografie dei personaggi, convinta che fossero totalmente inventate e che le immagini fossero di repertorio. Solo iniziando la lettura ho scoperto che questo caso è accaduto realmente. Non è un romanzo, ma un saggio.
La Summerscale affettua in questo libro un vero e proprio approfondimento su quella che è la figura del detective: come è nato questo mestiere, in che modo ha influenzato la nascita della moderna procedura investigativa e quali benefici ha portato. In particolare, la Summerscale ha identificato nel caso di omicidio avvenuto a Road Hill House l'origine di questa figura sia nel mondo del lavoro che nel mondo della letteratura. Tutto il libro analizza il detective come figura professionale nella sua interezza, approfondendo casi di cronaca ricollegati a questa forma embrionale dell'investigatore ed elementi letterari che da qui sono derivati.
Se a Road Hill House nessuno avesse mai ucciso Saville Kent probabilmente non ci sarebbero stati Sherlock Holmes o Poirot. Per una lettrice appassionata di gialli e polizieschi come me questa è stata la Bibbia ritrovata, non sono mai stata così felice di sbagliare clamorosamente l'acquisto di un libro.
Lo stile è misto: pur essendo un saggio, la Summerscale inserisce qua e là dialoghi ed elementi narrativi propri del romanzo al fine di snellire la lettura e rendere il libro appetibile per tutti i tipi di pubblico. L'ho trovata una scelta azzeccata, perché effettivamente quasi quattrocento pagine di cronaca di un omicidio hanno bisogno di un po' di pepe. In ogni caso è stato estremamente interessante la sua indagine sul ruolo del detective nella società inglese di metà Ottocento: gli investigatori erano visti come eroi senza macchia e senza paura, vendicatori della notte preposti alla difesa del bravo cittadino inglese. Interessantissima anche la riflessione sul diritto alla privacy nell'ottica degli inglesi dell'epoca, sconvolti e scandalizzati dal fatto che per la prima volta qualcuno avesse l'autorità e l'appoggio della legge per invadere il confine delle loro case.
Inoltre, grandiosa è stata la ricerca storica: la Summerscale non si è limitata a riportare un fatto di cronaca, ma ha anche approfondito i personaggi, le loro vite precedenti e quelle future (la classica domanda: e adesso cosa succede?), gli ambienti sociali e geografici in cui si muovono. L'autrice stessa ha agito come un detective e non ha tralasciato alcun dettaglio: al lettore viene così fornito un quadro completo di tutta la vicenda.
Quattro cuoricini su cinque: non posso dare un punteggio pieno perché in qualche passaggio trovo che la Summerscale abbia dato uno spazio eccessivo ad aspetti secondari che hanno quindi appesantito un po' alcuni capitoli. E' comunque un libro meraviglioso, fondamentale per chiunque voglia approfondire il genere "giallo" anche da un punto di vista un po' più storico. Consigliatissimo!
La Summerscale affettua in questo libro un vero e proprio approfondimento su quella che è la figura del detective: come è nato questo mestiere, in che modo ha influenzato la nascita della moderna procedura investigativa e quali benefici ha portato. In particolare, la Summerscale ha identificato nel caso di omicidio avvenuto a Road Hill House l'origine di questa figura sia nel mondo del lavoro che nel mondo della letteratura. Tutto il libro analizza il detective come figura professionale nella sua interezza, approfondendo casi di cronaca ricollegati a questa forma embrionale dell'investigatore ed elementi letterari che da qui sono derivati.
Se a Road Hill House nessuno avesse mai ucciso Saville Kent probabilmente non ci sarebbero stati Sherlock Holmes o Poirot. Per una lettrice appassionata di gialli e polizieschi come me questa è stata la Bibbia ritrovata, non sono mai stata così felice di sbagliare clamorosamente l'acquisto di un libro.
Lo stile è misto: pur essendo un saggio, la Summerscale inserisce qua e là dialoghi ed elementi narrativi propri del romanzo al fine di snellire la lettura e rendere il libro appetibile per tutti i tipi di pubblico. L'ho trovata una scelta azzeccata, perché effettivamente quasi quattrocento pagine di cronaca di un omicidio hanno bisogno di un po' di pepe. In ogni caso è stato estremamente interessante la sua indagine sul ruolo del detective nella società inglese di metà Ottocento: gli investigatori erano visti come eroi senza macchia e senza paura, vendicatori della notte preposti alla difesa del bravo cittadino inglese. Interessantissima anche la riflessione sul diritto alla privacy nell'ottica degli inglesi dell'epoca, sconvolti e scandalizzati dal fatto che per la prima volta qualcuno avesse l'autorità e l'appoggio della legge per invadere il confine delle loro case.
Inoltre, grandiosa è stata la ricerca storica: la Summerscale non si è limitata a riportare un fatto di cronaca, ma ha anche approfondito i personaggi, le loro vite precedenti e quelle future (la classica domanda: e adesso cosa succede?), gli ambienti sociali e geografici in cui si muovono. L'autrice stessa ha agito come un detective e non ha tralasciato alcun dettaglio: al lettore viene così fornito un quadro completo di tutta la vicenda.
Quattro cuoricini su cinque: non posso dare un punteggio pieno perché in qualche passaggio trovo che la Summerscale abbia dato uno spazio eccessivo ad aspetti secondari che hanno quindi appesantito un po' alcuni capitoli. E' comunque un libro meraviglioso, fondamentale per chiunque voglia approfondire il genere "giallo" anche da un punto di vista un po' più storico. Consigliatissimo!
Non è la prima volta che sento parlare di quest'autrice e ogni volta sento pareri positivi! Da quel che capisco, è specializzata in saggi ambientati in un'Inghilterra "d'epoca", con alla base un evento sanguinoso. Tutti aspetti intrigantissimi*-*
RispondiEliminaSii da quel che ho capito è specializzata in epoca vittoriana! Non ho letto altro scritto da lei, ma se non sbaglio è uscito un nuovo libro da poco e non vedo l'ora di recuperarlo *-*
EliminaCiao! Sono passata a sbirciare il tuo blog e lo trovo veramente bellissimo! Continuo a spulciare <3
RispondiEliminaBenvenuta Beb <3
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