lunedì 26 marzo 2018

RECENSIONE | "The Invention of Murder" di Judith Flanders

Buondì lettori! Bentornati ad un'altra recensione. Questo mese, come forse saprete se mi seguite su Instagram, ho deciso di partecipare a una redathon tutta al femminile: la #femmemarchfest ideata da @theliquidsunset. Come prima lettura avevo scelto Jamaica Inn; questa volta rimaniamo in Gran Bretagna, ma facciamo un salto di qualche decennio e un completo cambio di genere letterario con The Invention of Murder: How the Victorians Revelled in Death and Detection and Created Modern Crime, un titolo lungo come la messa cantata scritto dalla meravigliosa Judith Flanders.


The Invention of Murder: How the Victorians Revelled in Death and Detection and Created Modern Crime
di Judith Flanders
Ed: Griffin (reprint) - 556 pagine
Ebook6.30 euro - Brossura12.55 euro - Copertina rigida: 18.80 euro

L'omicidio nella Gran Bretagna del diciottesimo secolo era degno di nota, non tanto nella quantità quanto nella qualità. Era l'epoca dei penny-bloods, i primi tentativi di thriller e melodrammi destinati alle masse. Era anche l'epoca in cui omicidio e intrattenimento erano strettamente legati. In questa meticolosa ricerca, Judith Flanders ci porta indietro nel tempo per esplorare i più efferati e complessi omicidi del diciottesimo secolo: attraverso i crimini (e i miti) di Sweeney Todd e Jacklo Squartatore, insieme alle meno note ma non meno scioccanti attività di Burke e Hare, o di Thurtell e Hunt, l'autrice osserva come l'omicidio fosse concepito dalla maggior parte della popolazione britannica e come sia diventato una popolare forma di intrattenimento.
Molto bello!

Questo è il mio primo approccio a Judith Flanders e spero vivamente che non sarà l'ultimo. Basta prendere in mano questo piccolo mattone per rendersi conto che si tratta di un testo ben fatto, ma non voglio certo fermarmi solo alle apparenze. I contenuti superano di gran lunga qualsiasi aspettativa.

Essendo un testo in inglese, cominciamo con la lingua. Il livello di inglese è medio, il che significa che basta avere un po' di dimestichezza e lo si comprende senza alcuna difficoltà. Personalmente non ho incontrato vocaboli o costrutti difficili; non è un testo affrontabile da chi ha un livello base, ma direi che chi ha studiato bene (e sottolineo bene) al liceo può cavarsela senza alcun problema.

Il contenuto lo deduciamo dalla sinossi. Dalla prima all'ultima pagina la Flanders si attiene alle tematiche senza sforare e affronta i diversi momenti di costruzione del moderno omicidio e delle conseguenti tipologie di indagine effettuata. La creazione del comparto dei detective non occupa la parte centrale del testo come è avvenuto in Omicidio a Road Hill House, ma naturalmente anche qui se ne parla: è imprescindibile visto l'argomento. Tuttavia la Flanders si occupa anche di molti altri temi: un esempio è il giudizio "ludico" espresso dai giornali, ossia come i quotidiani riportassero in modo morboso le notizie riguardo crimini efferati, di come le masse osservassero questi eventi in modo interessato (teniamo conto che non c'è la televisione, nel diciannovesimo secolo) e cerchassero di perpetuare l'emozione data dai delitti attraverso opere teatrali, penny-bloods, racconti e romanzi. Si tratta solo di un esempio, la Flanders si occupa anche di altri temi legati all'argomento, ma in generale questo è il tono del volume. Un'approfondimento, nel corso progressivo del secolo, dell'omicidio come crimine e soprattutto come evento sociale.

Lo stile è molto scorrevole. Le frasi sono per la maggior parte brevi, cosa che conferisce un buon ritmo al testo e soprattutto permette ai lettori non madrelingua di fare numerose pause e di non perdersi nel discorso. La terminologia tecnica e tutti i riferimenti numismatici sono spiegati dalle note a piè di pagina, così facendo è sempre presente un'idea del valore attuale dei giornali, dei biglietti per il teatro e di tutto ciò che altrimenti non sarebbe chiaro a chi non è del settore.

Si tratta di un libro molto interessante se amate il giallo come genere letterario e vi incuriosisce approfondire gli aspetti propriamente sociali e tecnici del reato di omicidio nel corso dell'Ottocento. Chiaramente il tema deve piacervi molto, perché è un libro di più di 500 pagine scritto con un carattere piccolissimo. Non è una lettura leggera, non è decisamente un libro da ombrellone; allo stesso tempo se siete digiuni dell'argomento e non vi spaventa la mole, è un volume che consiglio vivamente: oltre ad essere semplice nella lettura, offre interessanti spunti di riflessione e di ricerca, oltre che raccontare alcuni delitti commessi in Gran Bretagna che nel nostro paese sono meno noti.

In conclusione, quattro punti su cinque. Non posso dare un punteggio pieno per un unico motivo: dal momento che gli esempi di delitti sono moltissimi, il lettore può rischiare di confondere nomi e luoghi; inserire meno esempi avrebbe dato lo stesso risultato evitando questa difficoltà. A parte questo, però, The Invention of Murder è un vero capolavoro. Decisamente questa redathon sta andando alla grande!

2 commenti:

  1. Non conoscevo questa readathon, ma sembra davvero interessante! Credo che consista nel leggere solo autrici, giusto? :)
    Interessante anche il libro che hai letto, non avevo mai incrociato un saggio che toccasse questo argomento molto alla CSI! <3

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    1. Ciao Adele ❤ Esatto! Per tutto marzo si leggono solo autrici donne per celebrare la letteratura femminile :) In realtà se vuoi proseguire anche oltre marzo penso che alla ragazza che l'ha ideata faccia solo piacere!
      Il libro è stato una vera illuminazione! Se mai lo leggerai sono curiosa di sapere il tuo pensiero *-*

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Ciao! Grazie per il tuo commento, è sempre un piacere sapere che i post stimolano l'interesse dei lettori ❤ Risponderemo a breve!