Buongiorno lettori! Per festeggiare il giorno di San Valentino mi sembrava doveroso parlare d'amore e voglio farlo partecipando al Review Party di Incontro reale, di Emma Chase. Il romanzo è uscito l'8 febbraio con Newton Compton e per festeggiare abbiamo deciso di presentarvi di giorno in giorno una serie di recensioni per permettervi di immergervi nel clima "reale" di questo libro.
di Emma Chase
Ed: Newton Compton Editori - 320 pagine
Il principe Henry John Edgar Thomas Pembrook, fratello minore dell'erede al trono di Wessco, non si è mai dovuto preoccupare di nulla in vita sua. Almeno finché il destino non gli ha giocato uno scherzo e si è ritrovato improvvisamente a essere lui il prossimo in linea di successione per la corona, con tutte le responsabilità che ciò comporta. Prima di dire definitivamente addio al suo passato di donnaiolo, Henry decide di prendere parte a un reality show in edizione "regale": le concorrenti sono le più belle sangue-blu di tutto il mondo, ma solo una di loro, quella che farà breccia nel cuore del principe, vincerà la tiara di diamanti. Ma tra tutte è una ragazza tranquilla – con la voce di un angelo e un corpo che farebbe venire pensieri impuri persino a un santo – a catturare la sua attenzione, con la sua bellezza autentica, la sua forza d'animo e il suo sfacciato umorismo. Se intende correggere i propri difetti per conquistarla, Henry dovrà lottare per imparare il vero significato di dovere, onore e, più di ogni altra cosa, amore.
Buono, non male
Incontro reale non fa parte di un genere che io di solito leggerei. Non amo i romance e soprattutto non amo quelli in cui si parla di altezze reali, rischiano di diventare un sottofondo della domenica pomeriggio su Mediaset come il film Un principe tutto mio. Stavolta però sono andata sul sicuro: avevo già letto il primo volume di questa serie, Amore reale, e l'avevo trovato piacevole, mi aveva tenuto compagnia in ferie e così ho deciso di proseguire la lettura con il secondo.
L'ambientazione è piacevole: ci troviamo nel regno di Wessco, una monarchia costituzionale fittizia che deve molto, come ispirazione, alle corti di Gran Bretagna e Danimarca. Diciamo che se vi piacciono le descrizioni di ambienti sfarzosi e un po' irraggiungibili questo è un buon libro da cui cominciare, prima di approdare a testi più critici del calibro di Snob di Fellowes. Le descrizioni sono vivide, divertenti e immediatamente chiare ed è molto bella l'idea del reality show: permette di mettere in campo alcuni siparietti comici molto ben costruiti e scene che, confesso, mi hanno sorpresa piacevolmente.
Anche i personaggi sono buoni: pur cadendo nel già visto cliché della bellissima ma ritrosissima topolina da biblioteca che alla fine attira l'occhio amoroso del bellone di turno, ho riscontrato comunque elementi nuovi. Purtroppo non ho avvertito molta connessione con Henry, il protagonista, perché tendo a detestare i personaggi come lui sia nei libri sia nella vita reale, ciononostante è stato ugualmente un piacere vedere le cose dal suo punto di vista; anzi, forse è stato proprio per questo che la lettura si è rivelata interessante, perché è un personaggio che caratterialmente non amo molto e quindi la trama in un certo senso ha preso una svolta diversa da quella che avrei dato io. Diciamo che è stata una piccola sfida e sono rimasta molto soddisfatta.
Lo stile è ottimo. Al di là del contenuto, la Chase sa scrivere molto bene e il ritmo della storia si mantiene incalzante dall'inizio alla fine. Non ci sono ripetizioni, la scelta delle immagini letterarie è ottima e delicata, si alternano in modo ben fatto l'ironia e la serietà e così facendo il libro non risulta mai monotono, mai piatto. La Chase ha dato un'ottimo andamento alla sua trama, è come una linea curva e continua: non ci sono punti morti o scene messe lì senza motivo, quindi sotto questo aspetto non ho nulla da dire.
Non mi sento a mio agio a dare un punteggio pieno per questa ragione: non è un romanzo che considero un capolavoro. Mi spiego: ho il massimo rispetto per questo genere e per i lettori di questo genere, solo che personalmente non posso che trovarlo un libro leggero. Non è il tipo di volume che prenderei in mano avendo molto tempo a disposizione, mentre è ciò che sceglierei per staccare un po' il cervello dallo studio o dal lavoro. Come ho detto prima, il primo libro della serie l'ho letto in vacanza tra un monumento e l'altro e purtroppo temo che in una situazione differente non l'avrei mai apprezzato. In questo caso è avvenuto lo stesso: ho appena finito di scrivere la tesi e volevo qualcosa di leggero, veloce e poco impegnativo. Lo ripeto perché non voglio passare per una snob: non è una questione di genere mal fatto o di libro mal scritto, anzi mi è piaciuto lo stile della Chase e rispetto chi ama i romance più di quanto non faccia io; semplicemente, non è il genere adatto a me. Ciò detto, mi rendo conto che è comunque un libro con dei pregi e mi ha effettivamente divertita, quindi tre punti su cinque sono dovuti e assolutamente meritati.
Anche i personaggi sono buoni: pur cadendo nel già visto cliché della bellissima ma ritrosissima topolina da biblioteca che alla fine attira l'occhio amoroso del bellone di turno, ho riscontrato comunque elementi nuovi. Purtroppo non ho avvertito molta connessione con Henry, il protagonista, perché tendo a detestare i personaggi come lui sia nei libri sia nella vita reale, ciononostante è stato ugualmente un piacere vedere le cose dal suo punto di vista; anzi, forse è stato proprio per questo che la lettura si è rivelata interessante, perché è un personaggio che caratterialmente non amo molto e quindi la trama in un certo senso ha preso una svolta diversa da quella che avrei dato io. Diciamo che è stata una piccola sfida e sono rimasta molto soddisfatta.
Lo stile è ottimo. Al di là del contenuto, la Chase sa scrivere molto bene e il ritmo della storia si mantiene incalzante dall'inizio alla fine. Non ci sono ripetizioni, la scelta delle immagini letterarie è ottima e delicata, si alternano in modo ben fatto l'ironia e la serietà e così facendo il libro non risulta mai monotono, mai piatto. La Chase ha dato un'ottimo andamento alla sua trama, è come una linea curva e continua: non ci sono punti morti o scene messe lì senza motivo, quindi sotto questo aspetto non ho nulla da dire.
Non mi sento a mio agio a dare un punteggio pieno per questa ragione: non è un romanzo che considero un capolavoro. Mi spiego: ho il massimo rispetto per questo genere e per i lettori di questo genere, solo che personalmente non posso che trovarlo un libro leggero. Non è il tipo di volume che prenderei in mano avendo molto tempo a disposizione, mentre è ciò che sceglierei per staccare un po' il cervello dallo studio o dal lavoro. Come ho detto prima, il primo libro della serie l'ho letto in vacanza tra un monumento e l'altro e purtroppo temo che in una situazione differente non l'avrei mai apprezzato. In questo caso è avvenuto lo stesso: ho appena finito di scrivere la tesi e volevo qualcosa di leggero, veloce e poco impegnativo. Lo ripeto perché non voglio passare per una snob: non è una questione di genere mal fatto o di libro mal scritto, anzi mi è piaciuto lo stile della Chase e rispetto chi ama i romance più di quanto non faccia io; semplicemente, non è il genere adatto a me. Ciò detto, mi rendo conto che è comunque un libro con dei pregi e mi ha effettivamente divertita, quindi tre punti su cinque sono dovuti e assolutamente meritati.
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