martedì 28 novembre 2017

REVIEW PARTY | RECENSIONE | "Il destino a portata di app" di Eleonora Mandese


Buongiorno lettori! Siamo giunti a fine mese ed è ormai tempo di una nuova recensione! Vi ricordate di questa segnalazione postata una quindicina di giorni fa? Bene, è tempo di leggere il romanzo e recensirlo! Parliamo di Il destino a portata di app di Eleonora Mandese. Vediamo i dati principali e poi passiamo alla recensione!

Il destino a portata di app
di Eleonora Mandese
Ed: Selfpublishing - 287 pagine 
Ebook: 0.99 euro - Brossura: 7.99 euro

Jessica Bonomi è una studentessa fuorisede a Milano, divide un appartamento con la sua bisbetica coinquilina Rebecca e studia Scienze della Comunicazione dove è fuoricorso da circa sei anni. Ossessionata dallo shopping compulsivo e costantemente alla ricerca di soldi che non ha, studia ogni giorno un metodo nuovo per contrarre debiti e allontanare il più possibile l'idea del futuro. Ad un passo dalla laurea non supera il suo ultimo esame e, piuttosto che ammettere di essere un fallimento, progetta di architettare una falsa festa di laurea mentre prova a cercare lavoro. Dopo migliaia di curriculum inviati a vuoto e nessun tipo di riscontro, un uomo con dei buffi mocassini color noce si accorge di lei e le lascia il suo biglietto da visita. Adriano Quercetti è il fondatore di Foodster, un'applicazione che promette di partire dallo schermo per far ritornare la gente alla vita reale. Jessica per lui non è soltanto una novità, ma qualcosa di diverso, pronto a scontrarsi con i fantasmi del passato riaccendendo qualcosa che pensava di aver definitivamente perso… Cosa potrebbe succedere se ambizioni e sentimenti si mescolano, minacciando di cambiare ciò in cui si è sempre creduto?
Molto bello!

Partendo dal presupposto che questo non è il genere di libri che leggo di solito, sono rimasta nell'insieme molto soddisfatta dal romanzo. Saprete che di solito leggo pochi romance, ma a volte mi piace qualche eccezione e Il destino a portata di app è una di quelle eccezioni.

Partiamo dallo stile. Ho trovato che la Mandese scriva in modo piuttosto frizzante: non sono molto esperta del linguaggio di questo genere, appunto, però mi sono sentita molto vicina al lessico e alle immagini narrative che l'autrice ha proposto. Non ho notato ripetizioni particolari, mi è piaciuto il ritmo che l'autrice ha dato alla storia. Siamo onesti, proprio perché di solito non leggo romance mi sono trovata a sperare che fosse sufficientemente vivace da tenere viva la mia attenzione e alla fine non sono rimasta affatto delusa, anzi! Confesso che mi sono sentita molto partecipe delle vicende, sono soddisfatta completamente del modo che la Mandese ha di gestire i tempi del racconto, quindi le faccio i miei complimenti, è riuscita a catturare anche una come me!

Riguardo i personaggi, ho apprezzato molto Jessica. Io tendo a preferire i romanzi corali, ma qui la protagonista si è rivelata in un certo senso sempre nuova: pur essendo l'unico PoV del romanzo, non stanca e anzi cattura. In più mi sono sentita molto, moooolto vicina a lei per un motivo particolare: lo shopping compulsivo. Una persona come me che possiede una quarantina di paia di scarpe, otto giacche invernali e quattordici paia di pantaloni può solo sentirsi vicina a una ragazza che spende soldi che non ha. Si tratta di un personaggio divertente, non scontato e che alla fine ottiene la sua rivincita su quella che, comunque, è una malattia vera.

Confesso che ho trovato meno interessanti i personaggi maschili: pur essendo utili ai fini della trama (soprattutto Adriano, ma evitiamo gli spoiler) non li ho trovati "spessi" al pari di Jessica. Non ho avvertito una connessione con loro, però mi rendo conto che dilungarsi troppo sarebbe stato controproducente. Un libro come questo deve essere incalzante e vivace e non rallentato da descrizioni e excursus che non servono. Quindi sì, avrei approfondito un po' di più, ma non toglie nulla al livello del romanzo.

C'è un'altra cosa che ho apprezzato, e qui vi prego di capire che non sto facendo alcun discorso particolare, ma solo generale: ho apprezzato che Jessica sia fuoricorso e che debba rimandare la laurea. Non sto dicendo che lo studio non sia impotante, anzi, io sono una secchiona da paura che se non prende 30 a ogni esame tenta il suicidio, quindi di sicuro non sto dicendo che lo studio non serva. Quello che ho apprezzato è stata la novità della cosa: Jessica non è una studentessa modello, non è sempre puntuale nello studio, non fa dipendere la sua vita solo dall'università. In un romanzo personalmente l'ho trovata una novità. Si tratta della definitiva affermazione del fatto che una persona studiosa non è necessariamente brillante e viceversa una persona brillante non emerge necessariamente grazie alla laurea. Con ciò, ci tengo a ribadirlo per evitare polemiche, a volte le due cose coincidono, ma non è sempre così. La Mandese racconta qualcosa di assolutamente vero, che ho apprezzato moltissimo.

In generale sono rimasta soddisfatta da questo romanzo e lo consiglio vivamente a chi voglia passare un viaggio in treno in allegria! Quattro punti su cinque.

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