venerdì 9 febbraio 2018

REVIEW PARTY | "L'ultimo spartano" di Matteo Bruno

Buongiorno lettori! Oggi 9 febbraio io e altri sette blog (trovate l'elenco degli indirizzi in fondo al post) ci dedichiamo alla recensione collettiva di L'ultimo spartano, romanzo storico di Matteo Bruno. Cominciamo con i soliti dati fondamentali, ma non fermatevi qui! Scorrete il post per scoprire qualcosa in più sull'autore!


L'ultimo spartano
di Matteo Bruno
Ed: Leone Editore - 354 pagine
Brossura: 13.00 euro

I Balcani sono in fermento. Il giovane re macedone Alessandro Magno ha appena invaso il Medioriente per ampliare il suo dominio. Un mercenario greco, Filocrate di Megalopoli, viene allora inviato in missione a Sparta, per convincere re Agide a rivendicare l'indipendenza della polis e costringere così Alessandro a rivedere i suoi piani di conquista. Tra combattimenti, intrighi e tradimenti, Filocrate si guadagnerà la stima degli spartani e si troverà a guidare i leggendari soldati dai mantelli rossi in un'ultima disperata battaglia per la libertà dell'intera Grecia.
Molto bello!

Amo molto i romanzi storici, anche se i miei studi mi portano ad essere sempre iper critica nei loro confronti. Se da un lato mi fa piacere, perché vuol dire che le mie tasse universitarie non vengono gettate all'aria, dall'altro mi infastidisce perché, se dieci anni fa leggevo romanzi molto imprecisi godendomeli del tutto, ora spesso e volentieri mi capita di doverli chiudere e bollarli come "robaccia". Allo stesso tempo, però, non so resistere! Quando ne vedo uno con una bella copertina, lo acchiappo e gli concedo almeno un'occasione.

L'ultimo spartano non è stato ciò che mi aspettavo. Prima di cominciarlo, senza aver letto la quarta di copertina, ho pensato sarebbe stato un altro romanzo in stile "300". Poco male, nel caso, perché non mi dispiace rileggere cose già viste, l'importante è che siano scritte in modo nuovo. In realtà mi sono dovuta ricredere immediatamente perché il tema è la presa della Grecia da parte di Alessandro Magno: siamo più avanti di più di cento anni rispetto alla ben nota battaglia delle Termopili e questa è stata per me una bella novità, uno scorcio un po' diverso su un periodo storico che, sia chiaro, è a sua volta parecchio infllazionato, ma viene descritto da Bruno in modo differente. Di solito quando si parla di Alessandro si racconta del suo viaggio ad Oriente, oppure del suo rovinoso ritorno. Qui vediamo approfondire un elemento singolare, nuovo.

Parliamo ora dei personaggi. Ricordo che una mia insegnante una volta mi disse "La cosa complessa per noi storici è cercare di evitare di dare una voce soggettiva a chi non abbiamo conosciuto". Per i romanzieri è diverso, devono dare una voce ai personaggi e così inevitabilmente devono dare spazio ad aspetti del carattere a discapito di altri, senza contare che devono in qualche modo colmare quei vuoti lasciati dalle fonti. Soprattutto in ambito di storia antica, ad essere privilegiati nella trasmissione ai posteri sono certi aspetti del comportamento, altri vengono per forza lasciati indietro e tocca a chi scrive romanzi immaginare come questi spazi possano essere riempiti. Bruno sotto questo aspetto ha svolto un buon lavoro: i personaggi sono caratterizzati nel modo giusto, sono differenti tra loro in maniera verosimile e piacevole. Pur non avendo, lo confesso, sentito alcuna connessione con uno di loro, cosa che di solito cerco in un libro, ne sono rimasta comunque soddisfatta nell'insieme.

L'ambientazione è ben delineata. Diciamo che, sotto l'aspetto puramente stilistico, qua e là ho notato alcuni elementi un po' scolastici, ma lo scopo viene comunque raggiunto: il lettore alla fine del libro arriva a conoscere in modo sufficiente l'ambiente sociale, politico e culturale, potendo apprezzare la trama sia dal punto di vista puramente ludico sia da quello più prettamente accademico. Un buon connubio, ben costruito.

In conclusione, voglio dare a L'ultimo spartano quattro punti su cinque. C'è stato qualche passaggio in cui lo stile non ha mantenuto l'alto livello che si può vedere nell'insieme del romanzo, perciò non posso dare un punteggio pieno, ma sono molto, molto contenta e perciò la votazione è comunque elevata.

Non fermatevi ora! Scendete più in basso per leggere l'intervista a Matteo Bruno, autore di questo ottimo romanzo!

-Buongiorno Matteo, benvenuto su Reading in the T.A.R.D.I.S.! Vorrei cominciare subito con una domanda che mi è sorta spontanea appena ho aperto il volume. Di solito il lettore medio quando si trova di fronte a un romanzo su Sparta si immagina l'ennesimo resoconto degli eventi delle Termopili, invece qui siamo in un periodo molto diverso. Da cosa nasce l'ispirazione per la scelta del periodo storico? Hai compiuto studi storici o è una passione?

Buongiorno a te, innanzitutto grazie per avermi accolto nel tuo blog! Venendo subito al dunque, posso dirti che per me l'originalità dell'ambientazione è fondamentale. In precedenza ho trattato di conquistadores ed etruschi, argomenti poco gettonati, sicché, parlando di Sparta, sono appositamente andato in cerca di un episodio poco noto. Ne L'Ultimo Spartano non troverete la potente Sparta di Leonida, bensì una città erosa dallo spopolamento, accerchiata da nemici e incalzata dall'avanzare della modernità che mina alle radici le tradizioni e il modo di vivere degli spartani. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, ti dico che la molla che mi spinge a scrivere è senz'altro la passione. Ho fatto il liceo classico, poi scienze politiche (quindi non ho una formazione specifica da storico), però la passione per la storia mi ha accompagnato fin dall'infanzia, quando anziché con le macchinine preferivo giocare con i soldatini.

-La tua bibliografia è composta soprattutto da romanzi storici ambientati in epoche differenti. Da un punto di vista storiografico come ti documenti? Qual'è il tuo modo di approcciarti al lavoro di ricerca?

Il primo approccio con un nuovo argomento è sempre di tipo non narrativo, nel senso che mi documento sulle fonti storiche di quel che intendo trattare e lavoro sul contesto generale (ad esempio, in questo caso l'Antica Grecia e il periodo ellenistico). Solo a quel punto, quando il quadro d'insieme è completo, inizio a dar vita ai protagonisti di fantasia e alle loro vicende. In questo modo essi sono sempre ben inseriti nel contesto, parlano e pensano come avrebbero fatto vere persone vissute in quell'epoca e in quel contesto culturale.

-Trovo sempre molto utile e divertente conoscere meglio qualcuno attraverso le letture che lo accompagnano. Quali sono i tre autori fondamentali del tuo bagaglio? Quelli di cui non potresti fare a meno?

Solo tre? Mi costringi ad una dura selezione! Comunque direi senz'altro Bernard Cornwell: senza la lettura delle sue epiche avventure medievali non avrei avuto la molla necessaria a cimentarmi nella scrittura. Aggiungo J.R.R. Tolkien, il mondo da lui creato è l'unico vero fantasy, secondo me; e poi elfi, nani e malvagi orchi mi ricordano i giochi dell'adolescenza. Per finire cito Valerio Massimo Manfredi: a lui devo l'amore per il mondo antico e per la Grecia in particolare.

-Ti ringrazio molto per il tempo che mi hai dedicato, è stato un vero piacere leggere il tuo romanzo. A presto!
Il piacere è stato tutto mio! Grazie ancora e a presto!

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