Buongiorno lettori! Inizia ormai il nuovo mese mese e voglio dare il benvenuto a giugno con la recensione di di Iron Flowers, di Tracy Banghart, edito in Italia da DeA. Purtroppo come vedrete tra poco, il volume non mi ha totalmente soddisfatta. Vediamo le informazioni generali e poi viaaa verso la recensione.
di Tracy Banghart
Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell'erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l'indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull'isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È cosi che entrambe si trovano prigioniere, l'una di una gabbia dorata e l'altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c’è soluzione, l'unica soluzione è cambiare le regole.
Ci tengo a precisare che scrivere questa recensione per me non è facile. Da quando ho aperto il blog mi è forse capitato solo un'altra volta di dare una votazione così bassa a un romanzo, ma non ho davvero potuto dare di più. Per semplificarmi il lavoro voglio concentrarmi prima sui punti positivi, per poi spiegare come mai non ho apprezzato più di così.
Lo stile è buono, questo è innegabile. Tracy Banghart sa scrivere bene, tiene viva l'attenzione e il romanzo segue un ritmo regolare, senza attraversare fasi lente o eccessivamente rapide. Si tratta di una storia ben costruita, con i colpi di scena nel posto giusto e con una buona lunghezza dei capitoli, che donano un andamento vivace alla storia. Buona l'alternanza dei POV, permette di cogliere differenti idee sulla trama, differenze di percezione riguardo gli eventi in corso che da un lato consentono al lettore di immergersi di più nella storia, mentre dall'altro permettono di cogliere meglio lo sviluppo dei personaggi, il loro cambiare opinioni e idee. Sotto questo aspetto Iron Flowers è un ottimo testo, ben costruito e ritmato a dovere: non conosco l'autrice da testi precedenti, ma sembrerebbe proprio che non sia alle prime armi e che abbia accumulato una buona esperienza. Se così non fosse, tanto di cappello perché dimostra davvero di essere dotata.
Il fatto stesso che il romanzo sia molto incalzante è un chiaro segno del talento dell'autrice. Nonostante il mio voto rimanga basso, ammetto che non sono riuscita a staccarmi dalle pagine neanche un attimo. So che può sembrare un controsenso: aver trovato questo libro incalzante si scontra un po' con il fatto di non averne apprezzato alcune parti. Eppure è così, lo stile e il ritmo rendono la storia accattivante, ma...
Dal mio punto di vista, purtroppo, questo talento è stato sviluppato nel modo sbagliato. Il romanzo era pieno di potenzialità, come abbiamo appena visto, ma Tracy Banghart non è arrivata al mio cuore. Mi spiego meglio: sono una fan del genere Y/A, mi piacciono le storie distopiche in cui la ragazzina di turno salva il mondo. Il problema di Iron Flowers non sono le premesse, ma lo sviluppo: tutto era già visto.
Siamo in un non meglio precisato futuro, in cui c'è l'elettricità e c'è il treno. Vogliamo fare un elenco dei romanzi Y/A in cui questo succede? Cominciamo con Regina Rossa e finiamo con Hunger Games. Siamo in una società in cui le donne possono sperare di diventare mogli del principe (di nuovo, Regina Rossa) oppure mogli di uomini scelti per loro dalle loro famiglie oppure ancora membri della servitù che sono più oggetti che persone. Qui le donne non possono leggere o studiare (sento Margaret Atwood che dice "oh really?"), non hanno alcuna forma di indipendenza e la massima aspirazione è proprio quella di sposare uno dei reali. I suddetti reali sono due fratelli (non sto nemmeno a citare altri titoli perché ce ne sono troppi) e a tal proposito, senza fare spoiler perché sapete che non li apprezzo, ma il plot twist finale è assolutamente prevedibile.
Una differenza con i romanzi che ho citato qui sopra è la dualità delle protagoniste. Qui abbiamo due ragazze distinte, ciascuna con peculiarità diverse, eppure solo Serina per me ha rappresentato una vera novità, perché di Nomi ce ne sono un sacco in giro per i mondi letterari e francamente avrei sperato in un lavoro migliore.
In conclusione non posso dare più della sufficienza, che penso sia comunque meritata visto che il romanzo mi ha effettivamente tenuta sveglia. Volendolo analizzare in tono più profondo, però, Iron Flowers non si spinge oltre. Tutto è troppo già visto: un buon autore deve essere anche in grado di inventare cose nuove. Esempio per tutti: ormai di storie con gli zombie ce ne sono a fiotti, ma il prendere gli zombie e reinventarli finisce per rendere questo espediente nuovo e florido. Qui non avviene questo salto in avanti. Due stelline su cinque.
Sufficiente
Ci tengo a precisare che scrivere questa recensione per me non è facile. Da quando ho aperto il blog mi è forse capitato solo un'altra volta di dare una votazione così bassa a un romanzo, ma non ho davvero potuto dare di più. Per semplificarmi il lavoro voglio concentrarmi prima sui punti positivi, per poi spiegare come mai non ho apprezzato più di così.
Lo stile è buono, questo è innegabile. Tracy Banghart sa scrivere bene, tiene viva l'attenzione e il romanzo segue un ritmo regolare, senza attraversare fasi lente o eccessivamente rapide. Si tratta di una storia ben costruita, con i colpi di scena nel posto giusto e con una buona lunghezza dei capitoli, che donano un andamento vivace alla storia. Buona l'alternanza dei POV, permette di cogliere differenti idee sulla trama, differenze di percezione riguardo gli eventi in corso che da un lato consentono al lettore di immergersi di più nella storia, mentre dall'altro permettono di cogliere meglio lo sviluppo dei personaggi, il loro cambiare opinioni e idee. Sotto questo aspetto Iron Flowers è un ottimo testo, ben costruito e ritmato a dovere: non conosco l'autrice da testi precedenti, ma sembrerebbe proprio che non sia alle prime armi e che abbia accumulato una buona esperienza. Se così non fosse, tanto di cappello perché dimostra davvero di essere dotata.
Il fatto stesso che il romanzo sia molto incalzante è un chiaro segno del talento dell'autrice. Nonostante il mio voto rimanga basso, ammetto che non sono riuscita a staccarmi dalle pagine neanche un attimo. So che può sembrare un controsenso: aver trovato questo libro incalzante si scontra un po' con il fatto di non averne apprezzato alcune parti. Eppure è così, lo stile e il ritmo rendono la storia accattivante, ma...
Dal mio punto di vista, purtroppo, questo talento è stato sviluppato nel modo sbagliato. Il romanzo era pieno di potenzialità, come abbiamo appena visto, ma Tracy Banghart non è arrivata al mio cuore. Mi spiego meglio: sono una fan del genere Y/A, mi piacciono le storie distopiche in cui la ragazzina di turno salva il mondo. Il problema di Iron Flowers non sono le premesse, ma lo sviluppo: tutto era già visto.
Siamo in un non meglio precisato futuro, in cui c'è l'elettricità e c'è il treno. Vogliamo fare un elenco dei romanzi Y/A in cui questo succede? Cominciamo con Regina Rossa e finiamo con Hunger Games. Siamo in una società in cui le donne possono sperare di diventare mogli del principe (di nuovo, Regina Rossa) oppure mogli di uomini scelti per loro dalle loro famiglie oppure ancora membri della servitù che sono più oggetti che persone. Qui le donne non possono leggere o studiare (sento Margaret Atwood che dice "oh really?"), non hanno alcuna forma di indipendenza e la massima aspirazione è proprio quella di sposare uno dei reali. I suddetti reali sono due fratelli (non sto nemmeno a citare altri titoli perché ce ne sono troppi) e a tal proposito, senza fare spoiler perché sapete che non li apprezzo, ma il plot twist finale è assolutamente prevedibile.
Una differenza con i romanzi che ho citato qui sopra è la dualità delle protagoniste. Qui abbiamo due ragazze distinte, ciascuna con peculiarità diverse, eppure solo Serina per me ha rappresentato una vera novità, perché di Nomi ce ne sono un sacco in giro per i mondi letterari e francamente avrei sperato in un lavoro migliore.
In conclusione non posso dare più della sufficienza, che penso sia comunque meritata visto che il romanzo mi ha effettivamente tenuta sveglia. Volendolo analizzare in tono più profondo, però, Iron Flowers non si spinge oltre. Tutto è troppo già visto: un buon autore deve essere anche in grado di inventare cose nuove. Esempio per tutti: ormai di storie con gli zombie ce ne sono a fiotti, ma il prendere gli zombie e reinventarli finisce per rendere questo espediente nuovo e florido. Qui non avviene questo salto in avanti. Due stelline su cinque.
Ahh per me le due stelline non sono sufficienti, sono appena sotto XD
RispondiEliminaComunque.. ho visto solo pareri positivi su questo libro ma non mi ispirava e mi ha fatto piacere leggere il tuo parere che conferma i miei dubbi "a pelle" su questo titolo...
Purtroppo non sono riuscita a dare di più, era tutto già visto e già sentito! Non sono la sola a vederla così temo :(
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