Ciao, ciccini! Lo so, lo so: è passata quasi una settimana dall'ultima volta che mi sono fatta viva, ma si sa: le feste portano poco tempo libero (paradossale, no?). In queste settimane la frenesia pasquale non mi ha dato molto tempo per leggere o per bazzicare sui social, ma ora sono qui a stendere una recensione per voi nel mio giardino - sperando che l'ambiente bucolico mi concili la riflessione.
Il libro di cui voglio parlarvi oggi è Una sconosciuta moralità - Quando Verlaine sparò a Rimbaud di Giuseppe Marcenaro.
Una sconosciuta moralità - Quando Verlaine sparò a Rimbaud
di Giuseppe Marcenaro
Ed: Bompiani - 327 pagine
Ebook: 8.50 euro - Brossura: 10.20 euro
Nel 1871, quando il sedicenne Arthur Rimbaud, da Charleville, invia i
propri versi a Paul Verlaine, che di anni ne ha ventisette ed è già uno
stimato poeta, non può immaginare che quella lettera cambierà per sempre
il loro destino. Verlaine, entusiasta, invita subito Arthur a Parigi,
dove i due si amano, si ubriacano, litigano, scrivono versi. Suscitando
ovviamente le furie della moglie di Verlaine che da pochi mesi gli ha
dato anche un figlio. Paul e Arthur fuggono a Londra dove sopravvivono
tra baruffe e sbronze, passione e poesia. Fin quando, diventato
insostenibile ogni rapporto, abbandonato Rimbaud, Verlaine, nel 1873,
approda a Bruxelles. Tra litigi e recriminazioni si respingono e si
attraggono. Arthur raggiunge Paul nella capitale dei belgi dove, a
seguito dell’ennesima lite, un Verlaine completamente ubriaco spara due
colpi di pistola contro l’amico, ferendolo al polso. Verlaine è
condannato a due anni di carcere.
Rimbaud scompare dalla sua vita. Ciò non impedirà a Verlaine di contribuire, in maniera decisiva, alla fama di Rimbaud, pubblicando nel 1884 le sue poesie nella celebre antologia I poeti maledetti. Rimbaud e Verlaine non potevano certo immaginare che la loro storia, mentre la vivevano, li avrebbe uniti per sempre. O forse, sperandolo, lo sapevano.
Rimbaud scompare dalla sua vita. Ciò non impedirà a Verlaine di contribuire, in maniera decisiva, alla fama di Rimbaud, pubblicando nel 1884 le sue poesie nella celebre antologia I poeti maledetti. Rimbaud e Verlaine non potevano certo immaginare che la loro storia, mentre la vivevano, li avrebbe uniti per sempre. O forse, sperandolo, lo sapevano.
Molto bello!
Ho comprato e iniziato questo libro con un secondo fine, lo ammetto. Nell'ultimo periodo, complice forse il mio grande amore per David Thewlis che lo ha interpretato nel '95 o giù di lì, ho iniziato a sviluppare un certo interesse per Paul Verlaine. Al liceo avevo studiato molto bene Rimbaud e lo avevo odiato con tutto il mio cuore: io di solito non giudico le vite, ma in questo caso ogni volta che ne sento parlare penso "Quel piccolo stronzo". Tuttavia non ho mai approfondito Verlaine se non di riflesso, se non come figura che ha attraversato la vita di Rimbaud. Ultimamente mi ha incuriosita: ho chiesto aiuto ad una mia amica che ha seguito dei corsi di letteratura francese all'università e ad un mio professore molto interessato alla poesia. Alla fine mi è stato consigliato questo libro per poter cominciare ad approcciarmici.
Premettendo che non sapevo molto delle vicende pregresse al loro incontro, questo libro si è rivelato esaustivo (fin troppo) riguardo le vite e le frequentazioni dei due. Dico "fin troppo" perché onestamente non mi interessavano le vicende di amici, amici di amici e cugini di settimo grado: l'autore scende nei dettagli in modo quasi morboso, a tratti pedante. Parla in modo non sempre utilissimo di individui che sì, li hanno conosciuti, ma non in modo così profondo. Alcuni di essi forniscono testimonianze utili, ma ciò non vuol dire che si debba anche dirmi quante volte facevano la cacca quando avevano tre anni.
Lo stile non è superlativo: Marcenaro passa da un tono fin troppo ampolloso ad uno eccessivamente colloquiale all'interno della stessa frase. Diventa un po' pesante da seguire, non incontra esattamente i miei gusti: mi ha ricordato certi professori quando all'improvviso vogliono fare i simpatici senza riuscirci troppo. Con questo, magari c'è chi apprezza l'intento.
Per il resto, però, il libro è di alto valore. La ricerca da parte di Marcenaro è stata maestosa: non ha lasciato indietro nemmeno un dettaglio (appunto) e fa quasi pensare che lui stesso fosse testimone della vicenda. Ha presentato non uno spaccato, ma un quadro completo delle varie peripezie, delle compagnie frequentate, dei luoghi visitati dai due protagonisti. In più, se il saggio in quanto tale si ferma a pagina 129, il resto del volume è composto da fotografie, ritratti, scan di documenti autografi e soprattutto di interessanti trascrizioni del processo fatto a Verlaine dopo il fattaccio della sparatoria.
Certamente è un libro non per tutti: bisogna non solo essere ben motivati, ma anche abituati a questa tipologia di libro, altrimenti risulta effettivamente noioso. Non dico che non lo consiglio, ma che occorre sapere bene cosa si sta per cominciare a leggere.
Nel complesso voglio dare a Una sconosciuta moralità quattro cuoricini su cinque, perché a parte la pedanteria dell'autore è veramente un libro bellissimo, pieno di spunti interessanti, idee e teorie, oltre che di decine di informazioni che non conoscevo. Marcenaro in un certo senso mi ha aperto un mondo (mi ha anche fatto capire che Verlaine non fa per me...) e mi ha aiutata a capire meglio una figura di cui sapevo pochissimo.
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