Ciao a tutti, lettrici e lettori! Bentornati sul blog per una nuova recensione: il libro in questione si chiama Hermanos ed è un romanzo scritto a quattro mani da Alessandro Bogani e Edoardo Pozzoli, che mi è hanno gentilmente inviato il loro libro per una recensione brutale e cattiva onesta.
Hermanos
di A. Bogani e E. Pozzoli
Ed: Ispired Digital Publishing
Ebook: 1.99 euro
America, fine dell’ottocento. Un pistolero eccellente poco riflessivo e molto esuberante, uno stratega infallibile e di poche parole, un ex-soldato americano pavido e pigro ed un medico senza le giuste qualifiche, ognuno in cerca della propria strada, si ritrovano in fuga dall’Arizona verso il Messico. Ricercati con l’accusa di furto di un carico d’oro sia dall’esercito Americano che da quello Messicano e con la certezza della fucilazione in caso di cattura, si trovano costretti a mettersi sulle tracce dei veri responsabili che li hanno volontariamente cacciati in quella spiacevole situazione.
Una volta scoperta la destinazione dei lingotti e dei veri ladri, il gruppo avrà ancora il coraggio di cercare vendetta per la falsa accusa e di impossessarsi dell’oro?
Hermanos è un romanzo western dal sapore duro e dalle tinte forti, esattamente come l’epoca in cui è ambientato, dove una persona con in mano un’arma poteva fare una grande differenza. Un libro coinvolgente ed emozionante per un genere che ancora oggi continua ad affascinare le persone. Gli autori Bogani e Pozzoli trascinano il lettore nel vivo dell’azione con situazioni concitate e suggestive dove, l’attenta caratterizzazione dei personaggi, riesce a rappresentare perfettamente tutte le sfumature delle persone di quel periodo. Distinguiamo infatti pistoleri formidabili, approfittatori, strateghi, codardi, ladri spietati, buffoni, uomini di legge risoluti e ribelli alla ricerca disperata di giustizia, tutti legati da un fato che appare costantemente avverso.
Hermanos è un romanzo western dal sapore duro e dalle tinte forti, esattamente come l’epoca in cui è ambientato, dove una persona con in mano un’arma poteva fare una grande differenza. Un libro coinvolgente ed emozionante per un genere che ancora oggi continua ad affascinare le persone. Gli autori Bogani e Pozzoli trascinano il lettore nel vivo dell’azione con situazioni concitate e suggestive dove, l’attenta caratterizzazione dei personaggi, riesce a rappresentare perfettamente tutte le sfumature delle persone di quel periodo. Distinguiamo infatti pistoleri formidabili, approfittatori, strateghi, codardi, ladri spietati, buffoni, uomini di legge risoluti e ribelli alla ricerca disperata di giustizia, tutti legati da un fato che appare costantemente avverso.
Molto bello!
I due giovani autori ci portano fin da subito in un clima attivo: il primo capitolo inizia in medias res e non ci lascia quasi il tempo di chiederci chi o cosa o perché. Incontriamo fin da subito uno dei protagonisti, Julio, un giovane simpatico ma un po' pasticcione, abilissimo pistolero e aspirante rapinatore di diligenze. Un punto forte di questa storia sono senza dubbio i personaggi: ciascuno ha il proprio carattere, non c'è ripetizione, non sono personaggi piatti: essendo questo un romanzo abbastanza corale è fondamentale che tutti i personaggi in gioco siano diversi tra di loro e da questo punto di vista sono rimasta molto soddisfatta, sono tutti caratterizzati con grande cura ed attenzione al dettaglio.
Aggiungerei una nota personale: nei protagonisti ho rivisto qualcosa dei Maladrini e il mio cervello è partito per la tangente.
La trama in sé presenta uno dei tipi canonici del genere western: storie di banditi, di frontiera. Bogani e Pozzoli non hanno perso di vista il genere nel quale il romanzo naviga, non sono "usciti dai binari", per rimanere in tema, il che è sempre molto facile considerando con quanti altri generi il western può essere mixato. In Hermanos invece rimaniamo nel western puro, con uomini rudi ma tormentati dalle proprie storie passate che non si perdono tanto in chiacchiere e fanno quello che va fatto. Anche questo è un punto a favore del romanzo, non si smarrisce sulla via dello sviluppo.
Un'altra cosa che ho apprezzato è stata la piacevole assenza di contorno: non sappiamo l'anno preciso in cui si svolge la storia, sappiamo solo che siamo dopo la Guerra di Secessione e lo sappiamo solo perché se ne parla nel romanzo, né sappiamo la precisa locazione geografica, della quale possiamo solo farci un'idea: in parte negli Stati Uniti, in parte in Messico, ma nulla di più preciso. Il bello del genere western è anche questo: è come un quadro di cui si è smarrita la cornice. Non deve dire quando e dove: siamo nell'old wild west, dove non ci sono punti di riferimento, dove tutto è frontiera, dove tutto si conquista. Hermanos rende bene questa idea. Va letto con attenzione per coglierne i dettagli, ma non darà mai alcuna conferma al lettore, come un buon western dovrebbe fare.
Qualche piccolo appunto, però, lo devo fare. Conosco l'Inspired Digital Publishing solo vagamente, quindi non sono certa di come lavorino, ma ciò che è certo è che il lavoro di editing alle spalle di Hermanos è stato scarsino. Non è colpa degli autori, correggere gli errori ed esaltare la prosa è compito dell'editor. Al di là delle scelte del vademecum della casa editrice, che non posso e non devo contestare, ci sono imprecisioni che vanno al di là di qualsiasi licenza. In questo testo si riscontrano ripetizioni, sviste di battitura, errori di consecutio temporum e un linguaggio eccessivamente colloquiale (anche per un western: un linguaggio appropriato al genere è un linguaggio duro, fosco, ma deve comunque essere lessicalmente corretto). Un altro piccolo appunto, anche se in questo caso è davvero una sciocchezza, sono i termini in lingua spagnola: sono pochi, nel testo, servono solo a dare un'idea della provenienza dei personaggi e del loro luogo di residenza, ma occorre revisionarne gli accenti.
Infine un consiglio ai due autori per il futuro: un western, per quanto debba essere, come dicevo qui sopra, senza contorni precisi, ha comunque bisogno di basi solide. Consiglio quindi una buona documentazione storica che impedisca alcune imprecisioni che ho riscontrato nel testo. Questa non vuole essere una critica, ma solo un suggerimento: io ho una formazione storica e mi sono accorta di alcune piccolezze, magari un altro lettore non l'avrebbe nemmeno notato. Una buona ricerca è comunque una parziale garanzia di qualità.
In linea generale la mia opinione su questo libro è positiva: mi ha permesso di tornare in ambientazioni come quelle di Paradise Sky e Warlock, che non sono più stata in grado di trovare sulla carta stampata, mi ha dato piacevoli sensazioni nel corso della lettura e, considerando che è un romanzo d'esordio di due autori molto giovani, è ricco di potenziale. Mi piacerebbe molto leggere nuovamente qualcosa di loro invenzione in futuro, perché sono convinta che abbiano grandi capacità.
Aggiungerei una nota personale: nei protagonisti ho rivisto qualcosa dei Maladrini e il mio cervello è partito per la tangente.
La trama in sé presenta uno dei tipi canonici del genere western: storie di banditi, di frontiera. Bogani e Pozzoli non hanno perso di vista il genere nel quale il romanzo naviga, non sono "usciti dai binari", per rimanere in tema, il che è sempre molto facile considerando con quanti altri generi il western può essere mixato. In Hermanos invece rimaniamo nel western puro, con uomini rudi ma tormentati dalle proprie storie passate che non si perdono tanto in chiacchiere e fanno quello che va fatto. Anche questo è un punto a favore del romanzo, non si smarrisce sulla via dello sviluppo.
Un'altra cosa che ho apprezzato è stata la piacevole assenza di contorno: non sappiamo l'anno preciso in cui si svolge la storia, sappiamo solo che siamo dopo la Guerra di Secessione e lo sappiamo solo perché se ne parla nel romanzo, né sappiamo la precisa locazione geografica, della quale possiamo solo farci un'idea: in parte negli Stati Uniti, in parte in Messico, ma nulla di più preciso. Il bello del genere western è anche questo: è come un quadro di cui si è smarrita la cornice. Non deve dire quando e dove: siamo nell'old wild west, dove non ci sono punti di riferimento, dove tutto è frontiera, dove tutto si conquista. Hermanos rende bene questa idea. Va letto con attenzione per coglierne i dettagli, ma non darà mai alcuna conferma al lettore, come un buon western dovrebbe fare.
Qualche piccolo appunto, però, lo devo fare. Conosco l'Inspired Digital Publishing solo vagamente, quindi non sono certa di come lavorino, ma ciò che è certo è che il lavoro di editing alle spalle di Hermanos è stato scarsino. Non è colpa degli autori, correggere gli errori ed esaltare la prosa è compito dell'editor. Al di là delle scelte del vademecum della casa editrice, che non posso e non devo contestare, ci sono imprecisioni che vanno al di là di qualsiasi licenza. In questo testo si riscontrano ripetizioni, sviste di battitura, errori di consecutio temporum e un linguaggio eccessivamente colloquiale (anche per un western: un linguaggio appropriato al genere è un linguaggio duro, fosco, ma deve comunque essere lessicalmente corretto). Un altro piccolo appunto, anche se in questo caso è davvero una sciocchezza, sono i termini in lingua spagnola: sono pochi, nel testo, servono solo a dare un'idea della provenienza dei personaggi e del loro luogo di residenza, ma occorre revisionarne gli accenti.
Infine un consiglio ai due autori per il futuro: un western, per quanto debba essere, come dicevo qui sopra, senza contorni precisi, ha comunque bisogno di basi solide. Consiglio quindi una buona documentazione storica che impedisca alcune imprecisioni che ho riscontrato nel testo. Questa non vuole essere una critica, ma solo un suggerimento: io ho una formazione storica e mi sono accorta di alcune piccolezze, magari un altro lettore non l'avrebbe nemmeno notato. Una buona ricerca è comunque una parziale garanzia di qualità.
In linea generale la mia opinione su questo libro è positiva: mi ha permesso di tornare in ambientazioni come quelle di Paradise Sky e Warlock, che non sono più stata in grado di trovare sulla carta stampata, mi ha dato piacevoli sensazioni nel corso della lettura e, considerando che è un romanzo d'esordio di due autori molto giovani, è ricco di potenziale. Mi piacerebbe molto leggere nuovamente qualcosa di loro invenzione in futuro, perché sono convinta che abbiano grandi capacità.
Non ho mai letto un libro di genere western, ma dalla tua recensione (nonostante gli appunti sull'editing) mi pare un libro comunque interessante. Chissà, magari in futuro potrò dargli un'occasione.
RispondiEliminaPS: mi piace molto il tuo blog, anche la grafica. Molto pulito ed ordinato.
Un abbraccio
Ciao Paola! Grazie di essere passata :)
EliminaSe vuoi approcciarti al genere per la prima volta ti consiglio i libri di Joe Lansdale, sono molto avvincenti!
Ti ringrazio anche per i complimenti, sei molto gentile! <3
Un bacio grande :3
Darò un'occhiata all'autore che hai citato.
EliminaUn abbraccio :)
Ciao! Non conosco davvero questi autori, così come non sono una grande esperta del genere western.
RispondiEliminaTi faccio i complimenti per il tuo blog...non è facile buttarsi nella mischia, anche io ci avevo pensato bene due anni fa! Comunque da oggi ti seguirò volentieri :-)
Ciao Silvia! Benvenuta sul blog!
EliminaTi ringrazio per i complimenti, i bookblog sono effettivamente parecchi in giro, ma essendo solo un hobby ho pensato "perché no?". C'è anche da dire che molti blog sono poco seguiti per via di letture poco mainstream, vedremo come va!
Tu hai un tuo blog? :)