lunedì 23 aprile 2018

RECENSIONE | "Agatha Raisin e il veterinario crudele" di M.C. Beaton

Lettori, l'ultima volta che abbiamo parlato della mia adorata Agatha Raisin è stato a gennaio (qui il post), quando ho cominciato a recensire la montagna infinita il corposo numero di testi che compongono le sue avventure letterarie. Oggi ritorniamo nel suo piccolo villaggio di Carsely per affrontare un veterinario piuttosto impertinente - con gli animali e anche con le signore locali. Agatha Raisin e il veterinario crudele è il secondo romanzo.

Agatha Raisin e il veterinario crudele
di M.C. Beaton
Ed: Astoria - 219 pagine
Ebook8.99 euro - Brossura: 15 euro

Agatha Raisin, una cinquantenne imperfetta e per questo adorabile, che ha deciso di chiudere la propria società di PR per ritirarsi in campagna, è in dubbio se restare a Carsely o abbandonare tutto e tornare a Londra. La vita nei Cotswolds è un po' noiosa e i suoi tentativi di ammaliare James Lacey, il suo affascinante vicino, falliscono uno dopo l'altro. Nel frattempo scopre che in paese è arrivato un nuovo veterinario, nella cui sala d'aspetto c'è sempre una lunga fila di donne… Un po' per competizione, un po' per far ingelosire James, Agatha porta il suo sanissimo gatto a fare una visita e ne esce con un invito a cena. Ma la storia dura poco perché il veterinario muore in seguito a un incidente. Morte accidentale o omicidio? L’unico modo che Agatha trova per riallacciare i rapporti con James è quello di convincerlo che giocare ai detective può essere divertente.

Meraviglioso!

In questo secondo romanzo, troviamo Agatha ormai inserita nell'ambiente di Carsely, ma ancora tentennante per via della semplicità dell'ambiente rurale. Come al solito il suo personaggio è vibrante nel suo nervosismo e nella sua maleducazione: Agatha rimane una donna prepotente e un po' irrispettosa della meritocrazia, non esattamente la vicina di casa ideale. Non molto diversa dalla Agatha Raisin del primo libro.

L'intreccio del giallo è di nuovo tanto semplice quanto emozionante: la Beaton è insuperabile nel creare trame e sottotrame in un'ambientazione che non si presta per niente ai grandi crimini efferati. Stiamo parlando di un insieme di villaggi e case isolate in cui la gente tende a farsi gli affari propri e a non curarsi troppo di chi vive oltre la siepe del giardino, perciò ambientare qui un giallo vivace non è semplice. Ricordo che, a lezione di Letterature Nordiche all'università, la professoressa Cosimini disse una cosa intelligente: stavamo studiando Indridason, il famoso giallista islandese, e lei ci fece notare quanto talento occorra per inventarsi polizieschi e storie di detective in un'isola sulla quale ci sono a malapena 10 omicidi all'anno. La Beaton ha la stessa difficoltà, ma la supera con abile maestria.

I personaggi, come nel primo libro, riescono ad essere tanto comici quanto realistici. Nonostante alcuni di loro diventino a tratti delle macchiette, seguendo la vena umoristica dell'autrice, nei momenti maggiormente carichi di pathos diventano straordinariamente reali. Si tratta di un cambiamento notevole, un po' come Luna Lovegood che per i tre quarti del tempo è comica ma che ogni tanto dice cose estremamente sagge. Qui è lo stesso, nei momenti in cui la trama è rilassata si ride e si scherza, ma quando si attraversano momenti di tensione diventano realistici, veri, tanto nelle loro emozioni quanto nelle reazioni e delle battute.

Interessante la scelta del modo in cui viene commesso l'omicidio, che non rivelerò per evitare spoiler. Si tratta di un sistema contorto, difficile da scoprire per Agatha e - credo - complesso da ideare per la Beaton. Nel primo volume si trattava di avvelenamento; qui ci attestiamo su un livello più complesso. Certo, la Beaton non è la Christie: Agatha Raisin vive avventure semplici, con moventi semplici (in senso positivo) e di conseguenza non ci troveremo mai davanti a qualcosa come Dieci piccoli indiani o Poirot sul Nilo. Ciò considerato, trovo che la scelta di uccidere la vittima in un certo modo e per un certo motivo - di nuovo, non voglio fare spoiler - sia azzeccata, complicata e piacevolissima da affrontare durante la lettura.

Non posso non dare un punteggio pieno: si tratta di un libro che mi ha fatta molto ridere - complice anche il personaggio di Agatha, che nella sua sgarbata intelligenza è una compagna ironica e cinica, molto spassosa - e che mi ha comunque tenuta incollata per via dell'intreccio misterioso. Cinque punti su cinque solo perché non posso dare di più.

2 commenti:

  1. Ciao Lucrezia, che bella recensione hai scritto. Vorrei iniziare questa serie, adoro la casa editrice, posseggo il primo libro, ma il tempo è sempre tiranno. A presto!

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    1. Ciao a te <3 Ti ringrazio molto! Consiglio tantissimo questa serie, di libro in libro diventa sempre più bella con pochissime eccezioni, senza contare che la Astoria è una garanzia per quanto riguarda le autrici britanniche! Per leggerli non ti occorrerà molto tempo, sono brevi e divertenti :)

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