Buongiorno, lettori! Il mese scorso avevo scelto di non partecipare al Domino Letterario perché per impegni personali non sarei riuscita a portare a termine la lettura di più di un paio di libri, ma questo mese aderisco di nuovo all'iniziativa e vi porto la recensione di Longbourn House, dell'autrice britannica Jo Baker.
Longbourn House
di Jo Baker
Ed: Einaudi - 382 pagine
Sarah è a servizio a Longbourn House da quando era bambina, ma non si è
ancora rassegnata a certi compiti ingrati quali lavare la biancheria e
svuotare i pitali dei signori. Questa pesante routine senza svaghi la
opprime: non vuole accontentarsi di mandare avanti la casa d'altri
come Mrs Hill, la governante, fa da sempre. Perciò, quando un giorno
di settembre Mr Bennet assume a sorpresa un nuovo valletto, la gioia
per la novità è grande. James ha il fisico asciutto e gli avambracci
scuriti dal sole. Lavora di buon umore, fischiettando, ed è gentile, ma
dà poca confidenza. Sembra sapere tante cose, eppure sul suo passato è
stranamente vago. Ama i cavalli e dorme nel solaio della stalla: lí,
su una mensola, ha dei libri e, sotto il letto, una sacca scolorita
piena di conchiglie. È un mondo intero quello che apre per Sarah, una
nuova geografia di orridi, vallette in fiore e campi di battaglia.
Ispirato al non detto di Orgoglio e pregiudizio, Longbourn House
ricostruisce con tono brioso la vita della servitú nell'Inghilterra
di inizio Ottocento, facendo emergere tra le righe la fatica e le
disuguaglianze su cui si reggeva il bel mondo.
Molto bello!
La prima cosa che ho pensato leggendo la quarta di copertina è stato datemi ancora più Austen, grazie ma mi sono ricreduta: Jo Baker non è la Austen, nel bene e nel male.
C'è un unico ostacolo da superare: dobbiamo lasciarci alle spalle l'immagine delle bucoliche e romantiche signorine Bennet che a quanto pare non hanno mai il ciclo né peli sotto le ascelle, non fanno la cacca e profumano sempre di rosa. Devo confessare che in effetti questo si scontra molto con la mia personale fantasia della vita. Amo pensare alla purissima vita in campagna, alla natura che ci circonda e che ci rende belli dentro. In realtà anche chi vive nell'idillio rurale produce scorie corporee e si ammala come gli altri: io vivo in campagna e tuttavia uso il gabinetto. Si tratta di una dicotomia che nella fantasia dei lettori non appare proprio superba, ma che nella realtà si fa tangibile, veritiera. Il volume si apre fin da subito con Sarah, la giovane cameriera: Sarah che ha i geloni sulle mani, Sarah che a pagina due scivola su una macchia di sterco di suino, Sarah che non sempre trova il tempo per lavarsi. Sarah che di certo non profuma di lavanda e di erba tagliata di fresco.
Se decidiamo di accettare la realtà, che per quanto meno romantica è comunque più probabile, siamo pronti per affrontare e giudicare Longbourn House.
Prima di tutto voglio specificare che non è esattamente un retelling. O almeno, non solo: è vero, ci sono palesi riferimenti all'opera originale e i personaggi stessi e i luoghi sono quelli di Orgoglio e Pregiudizio. I signori Bennet, le figlie, Netherfield Park... Ma la storia è completamente originale. La giovane Sarah vive con Mr e Mrs Hill e con la piccola Polly e la sua vita è monotona e priva di tono. Non aspetta altro che una novità che le dia una scossa, ma quando la novità arriva, Sarah non sa se esserne poi così contenta. E nel frattempo la signora Bennet si lamenta dei suoi nervi. La storia principale è quella della servitù, dei downstairs people. Che ai piani alti Lydia e Kitty ridacchino come matte e che Jane faccia da pacere tra Lizzy e Mary non è importante, è un contorno, è un di più. Ciò che conta è la servitù. Questa base di partenza mi ha fatto amare molto il romanzo: non è il solito retelling, dove la storia viene sì modificata e modernizzata ma in cui i protagonisti sono sempre quelli, anche con nomi diversi. Questa è, se vogliamo, la storia mai raccontata, è il margine della fotografia.
Molto buono lo stile, anche se confesso che avrei preferito qualcosa di più dinamico (ed ecco perché non ho potuto dare cinque stelline). Mi spiego. Mi sono piaciute moltissimo certe perifrasi e alcune immagini narrative, perfino nelle descrizioni dei lavori domestici più faticosi e disgustosi la Baker riesce a rendere in poche parole tutte le sensazioni del caso. Ho adorato la quotidianità, perché di fatto è proprio di questo che è fatta la nostra vita, si tratta di cercare avventure nell'ordinario: seguire Sarah passo dopo passo, osservare Mrs Hill che è costretta ad ascoltare la padrona che ciarla senza posa mentre in cucina le si scuoce la pasta del pane, sapere che la casa non è solo carta da parati a fiori e porcellane Royal Albert m anche bolle sulle mani, acqua fredda del mattino e spifferi mi è piaciuto da morire. Allo stesso tempo il ritmo della narrazione è - giustamente - un po' lento, un po' sonnacchioso come lo sono certe giornate, e avrei voluto un po' più di dinamismo e rapidità in certi passaggi. Si tratta comunque di un'inezia, soggetta grandemente alle mie opinioni personali, perciò prendetela come viene.
I personaggi sono una delizia. Quelli nuovi sono autentici, plausibili, ben costruiti e completi; quelli vecchi sono ripresi magistralmente, sono tutti in character e inseriti all'interno della trama come se fossero stati creati apposta. Non si sente alcuna forzatura. Non solo: vedere come Sarah e gli altri domestici interagiscono con loro e quali sono i loro pensieri è una meraviglia. Senza fare spoiler, il breve dialogo tra Sarah e il signor Collins è tanto delicato quanto autentico, ho adorato quella scena: lei che osserva Collins e il suo aspetto con un certo distacco, lui che è piuttosto prodigo nei suoi riguardi ma sbrigativo nei saluti... Tutto così vero da commuovermi. Quando si va a mettere le mani in un romanzo come Orgoglio e Pregiudizio si rischia di incappare in quei lettori so-tutto-io che si sentono defraudati e insultati non appena aprono il libro e scoprono che non è l'esatta copia dell'originale. Jo Baker credo non incorrerà mai in questo rischio!
Posso dire solo bene di Longbourn House. Dalla copertina italiana (che è una meraviglia, grazie Einaudi per queste perle) alla trama, dalla dolcezza dei personaggi alla credibilità del retelling, tutto è una gioia per la mente. Quattro stelline su cinque.
Molto buono lo stile, anche se confesso che avrei preferito qualcosa di più dinamico (ed ecco perché non ho potuto dare cinque stelline). Mi spiego. Mi sono piaciute moltissimo certe perifrasi e alcune immagini narrative, perfino nelle descrizioni dei lavori domestici più faticosi e disgustosi la Baker riesce a rendere in poche parole tutte le sensazioni del caso. Ho adorato la quotidianità, perché di fatto è proprio di questo che è fatta la nostra vita, si tratta di cercare avventure nell'ordinario: seguire Sarah passo dopo passo, osservare Mrs Hill che è costretta ad ascoltare la padrona che ciarla senza posa mentre in cucina le si scuoce la pasta del pane, sapere che la casa non è solo carta da parati a fiori e porcellane Royal Albert m anche bolle sulle mani, acqua fredda del mattino e spifferi mi è piaciuto da morire. Allo stesso tempo il ritmo della narrazione è - giustamente - un po' lento, un po' sonnacchioso come lo sono certe giornate, e avrei voluto un po' più di dinamismo e rapidità in certi passaggi. Si tratta comunque di un'inezia, soggetta grandemente alle mie opinioni personali, perciò prendetela come viene.
I personaggi sono una delizia. Quelli nuovi sono autentici, plausibili, ben costruiti e completi; quelli vecchi sono ripresi magistralmente, sono tutti in character e inseriti all'interno della trama come se fossero stati creati apposta. Non si sente alcuna forzatura. Non solo: vedere come Sarah e gli altri domestici interagiscono con loro e quali sono i loro pensieri è una meraviglia. Senza fare spoiler, il breve dialogo tra Sarah e il signor Collins è tanto delicato quanto autentico, ho adorato quella scena: lei che osserva Collins e il suo aspetto con un certo distacco, lui che è piuttosto prodigo nei suoi riguardi ma sbrigativo nei saluti... Tutto così vero da commuovermi. Quando si va a mettere le mani in un romanzo come Orgoglio e Pregiudizio si rischia di incappare in quei lettori so-tutto-io che si sentono defraudati e insultati non appena aprono il libro e scoprono che non è l'esatta copia dell'originale. Jo Baker credo non incorrerà mai in questo rischio!
Posso dire solo bene di Longbourn House. Dalla copertina italiana (che è una meraviglia, grazie Einaudi per queste perle) alla trama, dalla dolcezza dei personaggi alla credibilità del retelling, tutto è una gioia per la mente. Quattro stelline su cinque.
Prospettiva interessante, quindi... decisamente più "realistica" e concreta della visione romantica e poetica della Austen.
RispondiEliminaComunque concordo con te: chiunque si senta incline a idealizzare la vita in campagna, o mente deliberatamente o non ha mai trascorso un giorno all'aria aperta in vita sua! XD
Esatto, è un po' più concreto, ma non per questo meno romantico!
EliminaGrazie per il tuo commento, Sophie, è esattamente ciò che penso anche io xD Anche se non farei mai a cambio con una vita in città!
Wishlist subito! Mi sembra una lettura estremamente interessante; un nuovo punto di vista attraverso cui sviscerare le storie delle nostre protagoniste preferite, puntando il dito su tutto ciò che si nasconde dietro le quinte mentre gli attori principali sono in scena!
RispondiEliminaMolto molto interessante!!!
Esattamente! Non avrei saputo usare parole migliori, è proprio quella l'atmosfera che si respira! :D
EliminaAdoro i libri di questo genere e non avevo mai sentito parlare di questo romanzo, lo metto subito in wl!
RispondiEliminaSpero possa piacerti! E' un retelling con i controfiocchi!
Eliminasembra molto interessante!!! me lo segno per una futura lettura!!!
RispondiEliminaLo è, assolutamente! Sarò curiosa di sapere se ti è piaciuto <3
EliminaL' aggiungo in WL e spero di leggerlo presto =)!
RispondiEliminaSpero davvero che ti possa piacere :D
Eliminaaggiunto in wish list, non lo conoscevo e mi hai convinto troppo con la tua recensione a leggerlo!!
RispondiEliminaOh che bello, mi fa piacere! Spero ti piaccia :D
EliminaNon lo conoscevo questo romanzo ma lo metto subito in wishlist!
RispondiEliminaMi fa piacere :D C'è anche una bella storia d'amore, spero ti piaccia :D
EliminaMi sfrego le mani, sapevo che avrei trovato un altro romanzo da aggiungere alla wishlist. Cattiva, Lucrezia, non si fa. Haha!
RispondiEliminaMannaggia a me hahaha come ho osato??
EliminaOgni Janeite dovrebbe leggerlo! Davvero bellissimo, in teoria dovrebbero farne un film tra poco, ma non sono sicura!
RispondiEliminaSembra un libro molto interessante anche se non sono proprio un'amante del genere... comunque provare per credere quindi aggiungo in WL
RispondiEliminaSai che già lo volevo leggere, ma, adesso... DEVO!
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