Buongiorno, lettori! Buon venerdì a tutti, qui la primavera ormai ha conquistato quasi tutto, il mio giardino ha cominciato ad essere ogni giorno più luminoso! Spero che da voi sia altrettanto bello!
Oggi lasciamo l'Italia con la mente e parliamo di In cammino verso Compostela di Beatrice Masci. Vediamo insieme i dati principali e poi passiamo alla recensione.
Ogni anno centinaia di migliaia di persone intraprendono il Cammino verso Santiago de Compostela. Un cammino che non è soltanto una prova fisica, ma un vero viaggio dentro se stessi. Con passione, ironia e arguzia, Beatrice Masci fa raccontare ai suoi piedi gli ottocento chilometri percorsi in 33 giorni, con una vera e propria immersione nella sacralità dei luoghi percorsi e dei pellegrini incontrati, in un'alternanza di sorrisi e riflessioni che faranno "bere" al lettore il racconto di un cammino in cui si "annullano le differenze e si arriva all'essenziale".
Il pellegrinaggio che porta fino a Santiago de Compostela, si sa, è una grande esperienza - esperienza che spero di fare io stessa un giorno. Conosco persone che lo hanno fatto a piedi, altri a cavallo, un mio amico e la sua ragazza lo hanno fatto con un tandem insieme al loro bambino di due anni. Si tratta, come tutti i pellegrinaggi del resto, di un periodo limitato ma molto speciale della propria vita e come tale ha un'importanza e un significato differente per ciascuno.
Oggi lasciamo l'Italia con la mente e parliamo di In cammino verso Compostela di Beatrice Masci. Vediamo insieme i dati principali e poi passiamo alla recensione.
In cammino verso Compostela
di Beatrice Masci
Ed: Montag - 67 Pagine
Brossura: 12 euro
Ogni anno centinaia di migliaia di persone intraprendono il Cammino verso Santiago de Compostela. Un cammino che non è soltanto una prova fisica, ma un vero viaggio dentro se stessi. Con passione, ironia e arguzia, Beatrice Masci fa raccontare ai suoi piedi gli ottocento chilometri percorsi in 33 giorni, con una vera e propria immersione nella sacralità dei luoghi percorsi e dei pellegrini incontrati, in un'alternanza di sorrisi e riflessioni che faranno "bere" al lettore il racconto di un cammino in cui si "annullano le differenze e si arriva all'essenziale".
Sufficiente
Il pellegrinaggio che porta fino a Santiago de Compostela, si sa, è una grande esperienza - esperienza che spero di fare io stessa un giorno. Conosco persone che lo hanno fatto a piedi, altri a cavallo, un mio amico e la sua ragazza lo hanno fatto con un tandem insieme al loro bambino di due anni. Si tratta, come tutti i pellegrinaggi del resto, di un periodo limitato ma molto speciale della propria vita e come tale ha un'importanza e un significato differente per ciascuno.
In cammino verso Compostela si articola in un modo molto particolare: non c'è esattamente una canonica divisione in capitoli, preferisco pensare che sia una divisione in momenti. Si tratta di una scelta che ben si adatta al diario di viaggio e che personalmente ho apprezzato molto, perché ho letto troppi diari che in realtà sono stati rimaneggiati talmente tanto in fase di pubblicazione da non sembrare più tali. Qui c'è una precisa divisione in giornate, ognuna delle quali si articola in paragrafi che scandiscono i diversi momenti della giornata. Mi è piaciuto, è qualcosa che ho visto di rado e l'ho molto apprezzato.
Molto utile la presenza delle fotografie: in ogni libro che parli di viaggio ci devono essere, altrimenti manca una parte fondamentale. Non so se sia stata una scelta dell'autrice o della casa editrice, ma il fatto che siano in bianco e nero forse stempera un pochino l'emozione che danno certi colori; allo stesso tempo mi sento di apprezzare la mancanza di quelle operazioni di editing talmente palesi da rendere le fotografie posticce. Qui, se da un lato c'è poco colore, dall'altro c'è una genuinità apprezzabile: si ricollega al discorso della divisione in capitoli, In cammino verso Compostela è effettivamente un diario di viaggio. La fotografia del mare dal faro di Finisterre e del particolare dello scarpone è spettacolare, l'acqua sembra così vicina da poterla toccare.
Passiamo ora ai punti dolenti.
Il testo è composto da un'alternanza di riflessioni e dialoghi. Una buona scelta, sempre per il discorso dell'attinenza al genere scelto, però le porzioni di testo organizzate a dialogo sono molto difficili da seguire: capisco la ragione che sta alla base, perché è come quando ci troviamo in mezzo a un folto gruppo di persone, non sempre capiamo chi sta parlando. Allo stesso tempo, però, per giudicare un libro devo farlo dal punto di vista di lettore e come tale trovo i dialoghi poco chiari. Non si capisce chi stia parlando e, soprattutto all'inizio, quando ancora non si è entrati completamente nel mondo della Masci, diventa faticoso - al punto che in un primo momento credevo che stessero parlando i genitori di Beatrice. Proseguendo con la lettura le cose si fanno più limpide e si capirà che si tratta di un dialogo tra le diverse parti del corpo di Beatrice, il che di per sé è un espediente divertente, ma che qui viene ripetuto molto spesso e a tratti smorza il ritmo della narrazione.
Mi rendo conto che questo è un problema mio. Ho capito le ragioni di queste scelte e mi rendo anche conto che servono anche a divertire il lettore. In un certo senso mi fa arrabbiare il non essere riuscita a divertirmi, ma purtroppo invece di apprezzare questi dialoghi e battute ho provato un certo fastidio durante la lettura, ho preferito assolutamente le riflessioni personali. Ho trovato alcune brillanti descrizioni di quello che significa il pellegrinaggio verso Compostela e mi sarebbe piaciuto che l'intero libro fosse così. Provavo la stessa cosa da bambina nei confronti di quelle vignette in cui gli organi interni di Snoopy si lamentano quando lui fa jogging: mi hanno fatto ridere un paio di volte, non di più. In breve: se leggo un diario di viaggio è perché mi interessa sapere dov'è stato l'autore, cosa ne ha pensato, le sensazioni che ha provato; le battute del suo cuore che chiacchiera con i piedi e con la schiena dolorante sono spassose la prima volta, ma dopo allontanano la mente di chi legge dallo scopo principale del libro.
L'autrice si è dimostrata brillante e spiritosa, ricca di acume nel cogliere le sfaccettature di ciò che significa partire per un viaggio che è lungo, faticoso, a tratti alienante e al contempo bellissimo. So che ha scritto un altro testo e sono decisa a leggere anche quello, perché mi rendo conto che alle spalle c'è talento e che forse, cambiando genere letterario, riuscirò ad apprezzarla di più.
Per il momento, tuttavia, a In cammino verso Compostela non posso dare che due punti su cinque.
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